“Mi resta la speranza, credo nell’aiuto del Papa”. Così Michael Levy, il cui fratello è uno degli ostaggi nelle mani dei palestinesi di Hamas
Michael Levy è il fratello di Or, un giovane israeliano – 33 anni – ostaggio di Hamas. “Oggi – racconta entrando alla Sinagoga Spagnola di Roma, vicina al Tempio Maggiore – abbiamo incontrato il Papa. E’ una figura molto influente e spero che lui possa aiutarci“.
A Città del Vaticano, Papa Bergoglio aveva incontrato due delegazioni, una israeliana ed una palestinese.
“Io sono qui per la liberazione di mio fratello, non per la politica – spiega ancora Levy – penso sia solo l’inizio quindi spero che inizieranno a liberare presto tutti gli ostaggi“.
Secondo quanto trapela da fonti egiziane, lo scambio di ostaggi tra israeliani e i ribelli di Hamas potrebbe avvenire gradualmente al valico di Rafah, tra l’ Egitto e la Striscia di Gaza. Hamas dovrebbe consegnare i prigionieri ai servizi di sicurezza egiziani che poi, in ambulanza, li trasferirebbero al valico di Karem Aboul Salem per essere poi affidati agli israeliani.
“La situazione è complicata. Siamo felici di ascoltare delle notizie per la salvezza delle vite ma c’è un senso di incompletezza perché gran parte degli ostaggi non sono liberi – conclude Michael Levy – Io non so nulla di mio fratello dalla mattina del 7 ottobre. Con sua moglie stavano al festival Nova. Hanno provato a scappare ma lui l’hanno preso”.
Domani i principali ministri degli Esteri dei paesi islamici e della Lega Araba saranno a Roma: lo ha annunciato il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan “per intraprendere iniziative e fermare la guerra a Gaza e garantire una pace permanente“.