“Non è dimostrato che Elder capì la parola ‘carabinieri’ “: le motivazioni della sentenza di Cassazione che annullava le condanne
La sentenza della Corte di Cassazione che annullava con rinvio le condanne inflitte in appello ai due americani accusati dell’omicidio di Mario Cerciello Rega, è stata emessa a marzo e, ora, si leggono le motivazioni che hanno indotto gli ermellini a far riaprire il processo a loro carico.
I dubbi della difesa sono stati, quindi, avallati dai giudici della Suprema Corte che ne hanno accolto il ricorso, ritenendo fondato il “vizio laddove i giudici hanno ritenuto dimostrata, al di là di ogni ragionevole dubbio, la circostanza dell’avere l’imputato” (Lee Elder Finnegan) “pacificamente a digiuno della lingua italiana, compreso di essersi venuto a trovare, in quei drammatici frangenti, di fronte a due Carabinieri“.
La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso del collegio difensivo di Elder ha disposto un appello bis per entrambi i giovani statunitensi.
La condanna inflitta ad Elder in secondo grado – 24 anni – è stata annullata con rinvio sulle circostanze aggravanti e sulla presunta resistenza a pubblico ufficiale; il rinvio di Gabriele Natale Hjorth –condannato in appello a 22 anni – riguarda l’accusa di concorso in omicidio.
Insomma, l’ignoranza della lingua italiana, acclarata e dimostrata, dei due americani potrebbe condizionare l’esito del nuovo processo così come, di fatto, ha già messo in discussione anche il quadro accusatorio che aveva portato alla sentenza di colpevolezza emessa in primo grado e che vedeva i due giovani condannati all’ergastolo.
Il vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, in borghese e disarmato, fu colpito con 11 coltellate la sera del 26 luglio 2019.