Politica

Roma, contro la violenza sulle donne il progetto “Chiedi di Angela” potrebbe arrivare in tutti i municipi

Il segnale antiviolenza, le 4 dita della mano. Roma-CronacaLive.it

I gruppi consiliari M5S e LcR chiedono che il progetto “Chiedi di Angela” sia esteso a tutto il territorio. Celli: “Avviato l’iter”

Scusi c’è Angela?” è la frase in codice che una donna in difficoltà può proferire in un negozio sapendo che chi sta dietro al bancone capirà che c’è bisogno di aiuto: si chiama “Ask for Angela – Chiedi di Angela” ed è un progetto già attivo in due Municipi della Capitale, il X e l’XI.

Accogliendo le richieste dei gruppi consiliari capitolini M5S e LcR, la presidente del massimo consesso civico di Roma Svetlana Celli ha già sposato la proposta di Raggi & Co. :“Come presidente dell’Assemblea capitolina ho aderito con grande sensibilità e attenzione all’iniziativa” – scrive in una nota diffusa nel pomeriggio. “Stiamo elaborando a livello comunale un progetto unico. Insieme all’assessora Monica Lucarelli – continua la nota di Celli – abbiamo già partecipato ad un incontro con Questura e Confcommercio Roma per delineare i passaggi e le procedure necessarie”.

Con la nostra mozione – scrivevano, in tarda mattinata, Virginia Raggi, la capogruppo capitolina M5S Linda Meleo e il capogruppo capitolino della Lista Civica Raggi Antonio De Santisabbiamo chiesto al Sindaco e alla Giunta di diffondere sull’intero territorio comunale il progetto“.

Virginia Raggi, consigliere capitolino M5S, ex sindaco di Roma. Roma-CronacaLive.it

Raggi: “Il 74% dei reati contro le donne si consuma a Roma”

Ad oggi – continua la nota di Raggi –  il 74% dei reati di genere del Lazio si concentra nella nostra città, con più di una donna al mese uccisa e più di una violenza sessuale al giorno. La maggioranza dem si è detta ieri interessata a discuterne nella Commissione competente“.

Non si è fatta attendere che poche ore la risposta dell’Assemblea capitolina: “I locali aderenti saranno formati dalla Polizia di Stato e contrassegnati da un logo all’ingresso, per aiutare chiunque si trovi in una situazione di pericolo. Crediamo che questa sia una misura concreta per fare prevenzione ed essere di supporto a tante donne vittime di violenza fisica e psicologica che hanno paura di denunciare“.