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Influenza: nell’ultima settimana 375mila italiani a letto, oltre 1milione da inizio ottobre

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Pazienti in attesa al Pronto Soccorso del Bambino Gesù di Roma per casi influenzali. Immagine repertorio. Roma-CronacaLIve.it

Pregliasco: “Sarà una bella stagione per l’influenza perché è partita forte”: febbre alta, naso chiuso e dolori muscolari

375mila italiani a letto con febbre alta, naso chiuso e dolori muscolari solo nell’ultima settimana, quella dal 6 al 12 novembre: sommati ai casi che si sono verificati dai primi di ottobre, si arriva ad un ragguardevole totale di 1.264.000 persone che hanno già fatto conoscenza con l’ultima ondata influenzale.

I dati sono quelli dell’Istituto Superiore di Sanità, che monitora settimanalmente il fenomeno.

“Direi che ci sono tutti presupporti per una stagione influenzale che non va sottovalutata”.  I principali sintomi sono tre: febbre a 38° o più alta, naso chiuso che gocciola e dolori articolari o muscolari. A parlare è Fabrizio Pregliasco, intervistato da AdnKronos: “E’ chiaro – precisa il virologo dell’Università Statale di Milanoche possono esserci delle sfumature e delle variazioni perché in una stagione invernale possono circolare centinaia di virus respiratori, dal rinovirus che è quello che porta il raffreddore, al virus sinciziale che si manifesta nei bambini piccoli“.

Pregliasco: “Poche vaccinazioni”. E Ligabue annulla i concerti di Roma ed Eboli

Persino il rocker Luciano Ligabue ha dovuto fare i conti con l’influenza: i concerti di Roma ed Eboli sono stati annullati per l’indisposizione del cantautore emiliano.

Parlando di virus, il pensiero corre subito alle vaccinazioni, soprattutto quelle anti-Covid 19:Sono molto, molto basse e non va bene – sottolinea Pregliasco – perché così non si ha la percezione che non sia un rischio per gli anziani e i fragili”.

Le vaccinazioni antinfluenzali, invece, sembrano godere di un’accoglienza più favorevole ma, comunque, i numeri restano bassi: “Chi si vaccinava prima lo fa anche quest’anno ma – conclude il virologo – siamo sempre intorno al quel valore del 50% della popolazione candidabile che è troppo poco“.