Ad Anzio, gusto, tradizione e raffinatezza: da Romolo al Porto è di casa Massimo Ghini, la premier Giorgia Meloni e tanti altri.
Cos’hanno in comune la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, l’attore Massimo Ghini e l’ex coppia d’oro della Capitale – ora scoppiata – Francesco Totti e Ilary Blasi? E anche il giornalista Roberto D’Agostino e lo chef Antonino Cannavacciuolo? Di sicuro amano la buona tavola e i profumi del mare, visto che sono tra i volti noti che si possono incontrare in un particolare ritrovo del litorale romano, eletto a “ristorante preferito“, dove si lasciano coccolare dalle proposte sopraffine del menu.
Affacciato sul porto di Anzio, c’è un ristorante che si distingue per la lunga storia e la qualità delle materie prime che porta in tavola, lavorate con cura e straordinario rispetto: si tratta di “Romolo al Porto”, aperto fin dal lontano 1968 da Romolo Regolanti, oggi un punto di riferimento per gli amanti del buon cibo e per chi cerca un’esperienza autentica a base di pesce fresco dove la cucina parla da sola: dai crudi ai dolci, ogni portata racconta una storia di freschezza e sapori genuini.
Il menù non è solo una lista di piatti, ma un viaggio per mare con una selezione che va dalle portate più leggere a quelle più abbondanti: il prezzo è una logica conseguenza. Gli antipasti, con la loro varietà di sapori, fanno da apripista a primi e secondi che rappresentano autentiche delizie del mare, senza fronzoli ma con tutto il gusto possibile.
Ora è un po’ più chiaro come mai tanti volti celebri – molti di più di quelli citati – facciano tappa qui, mescolati a comuni avventori, tutti accomunati dal desiderio di gustare piatti autentici e di qualità. Seduti tra gli altri clienti, questi Vip si godono i piatti serviti e contribuiscono a conferire al locale un’aura di familiarità e ospitalità, senza distinzioni, semplicemente come amanti del buon cibo.
Fondato, come detto, nel lontano 1968 da Romolo Regolanti, l’attuale gestione è affidata ai suoi eredi, Walter, esperto sommelier e Marco Tullio, talentuoso chef che hanno reso questo locale è un punto di riferimento per chi ama la cucina d’eccellenza, accolto con entusiasmo da critici enogastronomici e da una clientela affezionata e perpetuamente soddisfatta.
Il menù del ristorante è una celebrazione della freschezza e della varietà dei piatti a base di pesce. Tra le proposte, i crudi spiccano per la loro superba qualità. Le selezioni, da 10 o 18 portate, offerte rispettivamente a 25 o 45 euro, presentano autentiche prelibatezze del mare, come gli scampi all’olio e limone, i gamberi rossi con olio e pepe, la tracina al timo e pepe, e altre delizie, ciascuna raccontando una storia di freschezza e sapori intensi. Qui, cedere all’invito del pescato del giorno è quasi un obbligo. Fra i consigli che si tramandano come antiche leggende, spiccano le ‘Bolle di sapore’: cinque espressioni di crudi come gamberi, calamari e tonno, marinate in estratti di frutta e verdura, una vera e propria esplosione di sapori e colori, un’ode alla creatività gustativa.
Gli antipasti caldi non sono da meno: dai bocconcini di merluzzo alla seppia croccante glassata, l’attenzione ai dettagli e la freschezza degli ingredienti sono evidenti in ogni portata. Calda o cruda, l’ouverture proposta dal locale permette ai clienti di esplorare una gamma di sapori e consistenze che rendono l’inizio del pasto un’esperienza indimenticabile.
Passando ai piatti forti, la minestra di pesce anziate rappresenta un’autentica tradizione culinaria, una ricetta tramandata di generazione in generazione, vero must del locale, che si può gustare con 15 euro a porzione e che pare essere uno dei piatti preferiti di Giorgia Meloni, così come la rana pescatrice frollata. Massimo Ghini, presenza (quasi) fissa nel ristorante, pare abbia una spiccata preferenza per l’intero menu… Gli spaghetti con le vongole, i maltagliati con frutti di mare e crostacei, o gli spaghetti con polpi e pecorino, sempre per 15 euro, invitano i clienti a esplorare tutti i sapori del mare, sapientemente cucinati.
Tra i secondi piatti, imperdibile la frittura di paranza ( 15 euro): a Roma dicono che “fritto è bono tutto”, ma preparare questa frittura è davvero un’arte; così come la catalana di crostacei o il coccio ai quattro pomodori (35 euro) sono solo alcune delle opzioni che rendono difficile la scelta tra tante bontà.
L’essenza del ristorante risiede non solo nella qualità dei piatti, ma anche nella sua filosofia “dal mare alla tavola”. Gli ingredienti freschi e di prima scelta sono garantiti grazie alla presenza quotidiana dei responsabili del ristorante all’asta del pescato, sublimato in cucina e dall’abbinamento con vini selezionati che sono parte integrante dell’esperienza culinaria offerta da Romolo al Porto.
I sommelier del locale, veri virtuosi del gusto, portano in scena la loro Master Class of Wine, trasportando i propri clienti in una nuova dimensione attraverso le 150 etichette che diventano un viaggio sensoriale. Walter, maître sommelier – all’attivo la coccarda di Chevalier dell’Ordre des Coteaux de Champagne – incarna il futuro di una tradizione avviata dal padre. La cucina, ora nelle sapienti mani dello chef Marco Tullio, perpetua l’eccellenza nel trasformare il meglio del pescato in una sinfonia di sapori autentici.
E la storia continua…