Occupazioni studentesche a Roma: altri due licei si uniscono alla protesta contro il governo e per la Palestina
Gli studenti del Visconti e dell’Enzo Rossi chiedono una nuova scuola pubblica e la fine dell’occupazione israeliana.
Nuove occupazioni per i licei di Roma. Dopo l’Albertelli, anche il Visconti e l’Enzo Rossi sono stati occupati in segno di protesta contro il governo Meloni e per la Palestina. “Siamo complici e solidali con gli studenti del Visconti che oggi hanno deciso di occupare la loro scuola. Dopo l’Albertelli, che già aveva risposto all’appello di Scienze Politiche occupata per la Palestina, continua la mobilitazione degli studenti“, ha scritto il movimento studentesco Osa.
Il tutto in vista della mobilitazione del 17 novembre, quando gli studenti di Roma e di tutta Italia scenderanno in piazza per manifestare contro il governo e per chiedere una nuova scuola pubblica.
L’occupazione del liceo romano Visconti
Dopo aver occupato il liceo ieri era, gli studenti del Visconti hanno esposto uno striscione sulla facciata dell’edificio con la scritta “Visconti occupato“. In un comunicato, il movimento studentesco Osa ha dichiarato che “il grido degli studenti del Visconti va contro un modello scolastico sbagliato, come è esplicito dal nuovo regolamento di scuola, che è in continuità con la circolare di Valditara sulle sospensioni e il modello di scuola-azienda sposato sia dal governo Meloni che dal centrosinistra”.
“Gli studenti contestano anche le politiche belliciste sconsiderate, su diktat della Nato, l’aumento delle spese militari, per fomentare i conflitti bellici nel mondo, come accade con l’indegna accettazione e legittimazione del genocidio in corso in Palestina in questi giorni”.
L’occupazione del liceo Enzo Rossi
Dopo neanche 24 ore dall’occupazione annunciata dai giovani del Visconti anche l’istituto Enzo Rossi è stato occupato dagli studenti.
In un comunicato, il movimento studentesco Osa ha dichiarato che “gli studenti hanno preso una decisione coraggiosa, una protesta forte per posizionarsi politicamente rispetto a tutto ciò che sta accadendo dentro e fuori il nostro paese. In continuità con scienze politiche, e con le scuole occupate in solidarietà del popolo palestinese, contro il sostegno del nostro governo e delle istituzioni universitarie ad Israele, contro l’occupazione del territorio palestinese che va avanti da più di 75 anni”. “Contro un governo e politiche che negli ultimi 30 anni continuano ad investire nel privato. E contro una scuola azienda/gabbia”.