I magistrati inglesi hanno disposto che Indi Gregory non potrà raggiungere il Bambino Gesù. Dalle 15 di domani stop ai supporti vitali
Così l’Alta Corte britannica ha chiuso la questione Indi Gregory: poco importa che sia una cittadina italiana, pur se solo da appena due giorni .
Il giudice Robert Peel ha, infatti, deciso che la piccola potrà lasciare il Queen’s Medical Hospital di Nottingham, dove si trova adesso ricoverata, solo per raggiungere un hospice e non l’ospedale pediatrico romano Bambino Gesù, che la attendeva per continuare ad assicurarle quei supporti vitali che le sono indispensabili.
“Trasportarla in Italia – si legge nella sentenza – sarebbe non solo inutile dal punto di vista medico, ma un modo di infliggere sofferenze” alla piccola.
Era un verdetto atteso, quello della magistratura britannica e, infatti, nel primo pomriggio di ieri, su richiesta dei genitori della piccola Indi, il console italiano a Manchester, Matteo Corradini, aveva emesso, nella qualità di gudice tutelare, un provvedimento di urgenza, dichiarando la competenza della magistratura italiana ed autorizzando, al contempo, il piano terapeutico proposto dal Bambino Gesù in attesa del trasferimento della bimba all’ospedale romano.
A nulla, però, è valso il tentativo perché, poche ore fa, è arrivata la sentenza dell’ Alta Corte britannica: alle 14 di domani (le 15 in Italia), sarà staccata la ventilazione artificiale che ancora tiene in vita la piccola Indi.
“Ricorreremo in appello”, conferma il legale dei genitori della bimba, Simon Pillon, ma i tempi sono strettissimi e il tentativo potrebbe non venire neppure considerato, ancor prima che respinto.
Non è, infatti, la prima volta che la Gran Bretagna dispone per la sospensione dei supporti vitali a bambini di pochi mesi: già i piccolissimi Alfie Evans e Charlie Gard avevano subito il medesimo pronunciamento e anche loro erano attesi all’ospedale romano Bambino Gesù ma senza che vi fossero, per nessuno di loro, speranze di miglioramento o, men che meno, di guarigione.