Alla scoperta dell’oro alluvionale: una risorsa unica e preziosa che scorre nelle acque dei fiumi italiani.
In alcuni fiumi italiani si possono ancora trovare residui di oro alluvionale. Il quantitativo, che dipende dalla presenza del metallo nelle rocce erose dall’acqua, si presenta in misura maggiore in corsi come il Ticino, l’Orco, l’Elvo e l’Orba. Normalmente, appare in piccole lamine da 2 a 4 millimetri. Quest’ultime vengono recuperate attraverso un processo di divisione dalla sabbia che è molto semplice per via del peso specifico elevato dell’oro. Il metodo di separazione dalle altre parti solide, detto ‘levigazione’, può essere eseguito con vari strumenti. Le sabbie più leggere vengono lavate via dall’acqua permettendo la concentrazione di quelle più pesanti che racchiudono l’oro. Il magnete contenuto viene prelevato, infine, grazie a semplici calamite.
Sulle rive dei fiumi dell’Italia Settentrionale si svolge una vera e propria corsa all’oro che ricorda i tempi passati. È facile incappare in qualche cercatore che, armato di attrezzi rudimentali, tenta la fortuna. Bastano semplici stivali, una ‘Badea’ (padella in dialetto) e un setaccio. Il metallo trovato nei corsi d’acqua, di norma nelle ghiaie, viene chiamato ‘oro secondario’. Tale ricerca, nel nostro Paese, è regolamentata dalla Legge n. 1443 del 1927 che sottolinea la proprietà governativa di tutti i beni del sottosuolo. Diverse associazioni, come ‘L’Associazione Cercatori d’oro del Ticino’ attiva nel Pavese, si occupano di fornire informazioni durante le manifestazioni nelle zone limitrofe e, anche, nelle scuole. È importante sapere, per esempio, che sul Ticino è proibito l’utilizzo di macchinari industriali per la ricerca.
La ‘cava òr’ è una delle pratiche più antiche. Già i romani cercavano l’oro nei fiumi del Nord Italia impiegando la forza lavoro di migliaia di schiavi. Ce lo riferisce proprio uno scrittore dell’epoca: il famoso naturalista e generale romano Plinio il Vecchio. Più avanti nel tempo, la corsa all’oro divenne un’attività diffusa e redditizia. Basti pensare che, secondo un racconto tra realtà e fantasia, due tombe di un Re e una Regina furono aperte da una piena del Ticino e tutti i suppellettili preziosi fuoriuscirono spargendosi sui fondali del fiume.
La ricerca moderna si concentra sui corsi d’acqua che scendono dal Monte Rosa, considerati i più fruttiferi. A tal proposito, negli anni 70 del secolo scorso, è nata nel Nord Europa un’associazione mondiale di questi cercatori. Tra le regioni più ricche figura il Piemonte, a seguire la Liguria e la Lombardia. Con le odierne tecnologie, nello specifico con i programmi di mappe digitali, rispetto al passato è possibile studiare la conformazione dei fiumi per trovare le anse. È bene ricordare, tuttavia, che la Legge Regionale del Piemonte impone l’iscrizione gratuita ad un apposito registro Regionale per chiunque intenda compiere la raccolta, anche per uso scientifico.
Confinvest, situata in Piazza Affari davanti al Palazzo della Borsa, offre vari servizi nel settore dell’oro fisico da investimento. Quest’ultimo viene depositato in lingotti e monete all’interno dei caveaux dei più importanti Istituti Bancari Nazionali. Oltre alle quotazioni giornaliere pubblicate sui principali quotidiani, la società si occupa dell’Indice M.O.M. (Medio Oro Monetato). Si tratta di un unico strumento-indice, voluto da Confinvest FL, per monitorare e valutare giornalmente il proprio patrimonio d’oro usando il primo giorno dell’anno come riferimento base. Grazie a un caveaux assicurato al 100%, gli investitori possono custodire tutto in sicurezza evitando di ricorrere a cassette di sicurezza bancarie, in genere costose.
Confinvest, inoltre, è impegnata nello studio di nuove forme d’investimento con l’integrazione di soluzioni via web. Ne è un esempio il ‘Conto Lingotto’ che si configura come una realtà unica sul panorama nazionale per minimizzare gli impatti timing sbagliati. L’oro fisico rappresenta una valida asset class per stabilizzare il rendimento del portafoglio e garantire una copertura contro il rischio sistemico nei mercati attuali. Siamo in un periodo, infatti, di aumento della volatilità e di incertezza sui mercati azionari e obbligazionari. Recentemente, l’oro in Euro si è collocato in un trading range che presenta la necessità di piani di accumulo. In questi anni è importante fare una valutazione dell’aumento della base monetaria (carta e debiti) da parte delle Banche Centrali principali.
In ultima analisi, il consiglio di Confinvest è di allocare una percentuale dei patrimoni in oro fisico, circa il 15-20% sul patrimonio mobiliare posseduto. L’oro fisico permette di avere liquidità e garanzie del potere d’acquisto senza dare alcun rischio alla controparte. Rimane, dunque, l’unica possibilità per salvaguardare i propri risparmi. L’oro del Ticino non è sufficiente a garantirci la tranquillità secondo Confinvest che si dichiara pronta ad assistere ogni cliente indeciso.