L’aggravante del metodo mafioso non è stata riconosciuta, condannato anche Calderon per l’omicidio di ‘Diabolik’.
Giuseppe Molisso, 40enne pregiudicato di origini napoletane, è stato condannato dal tribunale di Roma a 14 anni di carcere per aver commissionato il tentato duplice omicidio dei fratelli Emanuele e Alessio Costantino, avvenuto il 13 luglio 2021 nel quartiere Alessandrino di Roma.
I giudici della sesta sezione penale del tribunale di Roma hanno riconosciuto Molisso come mandante del tentato omicidio, ma hanno escluso l’aggravante del metodo mafioso. La Procura aveva chiesto una condanna a 22 anni e 4 mesi.
Per lo stesso fatto, lo scorso 14 aprile è stato condannato a 12 anni, in rito abbreviato, Raul Esteban Calderon, il killer che ha provato ad uccidere i fratelli Costantino. Calderon era già sotto processo per altri due omicidi: quello di Fabrizio Piscitelli, noto come ‘Diabolik’, e quello di Selavdi Shehaj.
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo tramite pedinamenti e intercettazioni ambientali e telefoniche, hanno consentito di ricostruire la dinamica dell’agguato, che sarebbe stato compiuto da Calderon su ordine di Molisso, a causa di dissidi sorti a seguito del pestaggio di un nipote dell’uomo.
Emanuele Costantino, vittima del tentato duplice omicidio insieme al fratello, ha raccontato in una conversazione, intercettata e riportata nell’ordinanza con cui il gip aveva convalidato il fermo di Molisso emesso dalla Dda, di aver temuto di essere ucciso nello stesso modo in cui era stato assassinato Fabrizio Piscitelli: ““L’omicidio de’ Diabolik uguale, me lo stava a fa a me! Identico”.