L’ordinanza del sindaco Gualtieri per l’accensione del riscaldamento nella Capitale: da quando e per quanto tempo al giorno
L’aria si fa più fredda, le giornate si accorciano, e il pensiero di accendere il riscaldamento inizia a solleticare la mente dei romani, soprattutto con Ciaran che bussa alle nostre porte. L’ora X, però, nella Capitale non è ancora scattata, ma il conto alla rovescia sì!
A Roma, la data ufficiale di accensione dei termosifoni per la stagione 2023-2024 è fissata, infatti, al 15 novembre prossimo, come si legge nell’ordinanza firmata dal sindaco Roberto Gualtieri lo scorso 31 ottobre.
In linea con il Piano Nazionale, il periodo di funzionamento copre il periodo dal 15 novembre 2023 al 7 aprile 2024: durante questo lasso di tempo, i cittadini romani possono accendere i loro impianti per un massimo di 11 ore al giorno, comprese tra le 5 del mattino e le 23 ma, per gli uffici dell’amministrazione Capitolina, il limite è ridotto a 10 ore al giorno.
Inoltre, l’ordinanza prevede una riduzione della temperatura interna: per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili, la temperatura deve essere di 17°C, con una tolleranza di +2°C. Per tutti gli altri edifici, la temperatura interna dovrebbe essere di 19°C, con la stessa tolleranza di +2°C. Arrivata la regola, ecco le ovvie eccezioni: strutture sanitarie, case di riposo, scuole materne, nidi, piscine, saune e sedi diplomatiche che non si trovano in edifici condominiali possono riscaldarsi in deroga alle linee fissate dall’ordinanza, così come gli impianti a pompe di calore, anche integrati con fonti rinnovabili, sono esonerati dal rispetto dei riferimenti di giornate di utilizzo.
Il sindaco di Roma, come quello di tutte le altre città del Paese, ha il potere di anticipare o posticipare l’accensione dei riscaldamenti, a seconda delle condizioni meteorologiche, in deroga a quanto previsto dal Piano Nazionale. Tutto, naturalmente, qualora le circostanze lo richiedano. In linea di massima, però le città costiere siciliane come Catania e Palermo possono accendere i riscaldamenti più tardi, mentre città come Bergamo e Milano iniziano prima. E poiché l’inverno non affligge il Paese nello stesso modo, lo Stivale è stato suddiviso in 6 zone climatiche, contraddistinte dalla lettera A alla F.
La Capitale, a causa dei sui Gradi/Giorno (GG), rientra nella fascia D, ovvero quella con una temperatura mediamente fredda: ciò in virtù della differenza tra le temperature medie degli ambienti interni e quella esterna e che, a Roma, sono compresi tra 1.401° e 2.100°.
La Zona A è quella con le condizioni meteo più favorevoli e, infatti, ne fanno parte, per esempio, Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle: qui, è possibile accendere i termosifoni dal 1 dicembre al 15 marzo, per un massimo di sei ore al giorno; nella Zona B si trovano, tra le altre, Agrigento, Catania, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa, Trapani e l’accensione dei riscaldamenti è consentita dal 1 dicembre al 31 marzo, per un massimo di otto ore quotidiane.
Nella Zona C si trovano le città di Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Imperia, Latina, Lecce, Napoli, Olbia, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari, Taranto e tante altre che, invece, potranno accendere i termosifoni dal 15 novembre al 31 marzo, per un massimo di dieci ore giornaliere.
Ed ecco la Zona D: città come Ancona, Avellino, Chieti, Firenze, Genova, Grosseto, Livorno, Lucca, Macerata, Matera, Pesaro, Pescara, Pisa, Roma – come detto – Siena, La Spezia, Teramo, Vibo Valentia e Viterbo rientrano nella fascia in cui il Piano Nazionale ha previsto l’accensione del riscaldamento dal 1 novembre al 15 aprile, per un massimo di 12 ore al giorno.
Nella Zona E si trovano Alessandria, Aosta, Bergamo, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Como, Frosinone, Gorizia, L’Aquila, Milano, Modena, Padova, Parma, Perugia, Piacenza, Potenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Trieste, Udine, Venezia e Verona e, a causa delle temperature più rigide, i riscaldamenti sono ammessi dal 22 ottobre al 15 aprile, per un massimo di 14 ore al giorno. A Milano e a Bologna, i sindaci delle due città – rispettivamente Beppe Sala e Matteo Lepore – hanno infatti autorizzato l’accensione dei caloriferi dal 22 ottobre scorso, per far fronte alle prime temperature fredde, seguiti a ruota dai primi cittadini di Alessandria, Sondrio, Modena, Monza, Parma, Perugia e Piacenza. A Bergamo, invece, i riscaldamenti sono stati autorizzati dal 25 ottobre, mentre a Varese dal 23.
Infine la Zona F, quella dove trovano posto i comuni con le temperature più basse, per lo più nelle aree montane, come Belluno, Cuneo e Trento e per i quali non è prevista alcuna limitazione né di giornate né di ore: nei comuni della zona F è possibile tenere i riscaldamenti accesi tutto l’anno e senza un limite d’orario giornaliero.