Perché chiudono le edicole a Roma: mancheranno anche a te?
Un settore sempre più in crisi e ultimamente anche penalizzato dalle nuove normative: che fine faranno le edicole della Capitale?
Quello delle edicole è un settore da tempo in grave crisi a causa del crollo delle vendite dei giornali con guadagni praticamente ridotti alla metà, complici l’egemonia di internet e i giornali on line e, ovviamente, la crisi economica.
Il cambiamento a Roma è più che mai tangibile, basti pensare che negli ultimi dieci anni le edicole si sono dimezzate: nel 2012 erano 767, nel 2022 sono arrivate a essere 400.
Questa tendenza non accenna a diminuire, anzi alle difficoltà delle edicole si è aggiunto di recente un nuovo regolamento dei punti vendita di quotidiani e periodici, che costituisce una minaccia per almeno 25 edicole del centro, senza contare quelle nel resto della città: con questa nuova normativa sarebbero a rischio chiusura circa cinque edicole in ogni municipio della Capitale, poiché per legge non possono più essere collocate all’angolo di due vie, né trovarsi vicino alle stazioni della metro, alle strisce pedonali e ai semafori.
Il regolamento in questione, presentato in giunta lo scorso dicembre dall’assessora alle attività produttive Monica Lucarelli e pronto dall’inizio di quest’anno, è già stato aggiornato ed è passato nelle sedute di commissione al commercio e di Roma Capitale. “Questo regolamento recepisce, tra gli altri, un decreto ministeriale, poi convertito in legge, e il Testo unico regionale del commercio che doveva essere recepito entro il 2019” ha spiegato l’assessora Lucarelli.
Nuovo regolamento, ma gli edicolanti non ci stanno
Con questa normativa – che recepisce i dettami del nuovo codice della strada – il piano deliberato dal consiglio comunale nel 2010 viene quindi abrogato, mettendo di conseguenza in discussione le autorizzazioni rilasciate in passato.
Ma gli edicolanti si oppongono, come è emerso chiaramente in commissione: “Noi abbiamo pagato di tasca nostra le edicole, per rispettare tutte le prescrizioni che ci erano state fornite nel 2010. Adesso cambia il codice della strada e che facciamo, dobbiamo rifarle un’altra volta? Ci sono edicole che potrebbero chiudere perché si trovano a 70 centimetri da un palo e questo oggi non è più consentito” hanno sottolineato i sindacalisti intervenuti.
Come andare incontro alle istanze degli edicolanti
Secondo Daniela Pace, responsabile della Uiltucs “serve una deroga: il nuovo regolamento va applicato per chi apre una nuova attività, non per chi l’aveva già attivata”. Della stessa idea anche il presidente della commissione trasparenza Federico Rocca, che ha ribadito che “le edicole esistenti, già in crisi, non possono subire modifiche retroattive rispetto ad autorizzazioni pregresse”.
Ma l’assessora alle attività produttive Monica Lucarelli su questa ipotesi è stata molto chiara: “Non possiamo andare in deroga al codice della strada, perché parliamo di norme sopraordinate. Però dobbiamo anche capire cosa si vuole, quando si domanda una deroga. Non si può generalizzare, bisogna verificare caso per caso. Se il tema è che c’è un palo a pochi centimetri, occorre a livello municipale fare delle valutazioni, per capire anche cosa costerebbe meno all’amministrazione”.
Di fronte allo scenario peggiore della chiusura delle edicole interessate dal nuovo regolamento, gli edicolanti possono intravedere una speranza quando invece si tratta di spostare l’edicola in modo da rispettare le norme del codice della strada, e in particolare riguardo ai costi dello spostamento, che secondo la Lucarelli “non possono essere totalmente a carico delle edicole. L’assemblea capitolina, in fase di bilancio, può prevedere dei fondi a sostegno dello spostamento”.