Un’esperienza spaventosamente deliziosa: Halloween, cena con delitto a Roma
Un’esperienza spaventosamente deliziosa: Halloween a Roma, con una cena con delitto a due passi dai misteri del quartiere Coppedè
Che sapore ha il brivido?! Dolce, ovvio! E con un retrogusto di aspro che si fissa sul palato e sembra non voglia più andare via; Halloween è alle porte, ormai, e, questa volta, non avrà il gusto soltanto delle mele caramellate o dei marshmallow, ma quello della suspence e dell’eccitazione della caccia: per scoprirlo non dovrete far altro che godervi una cena con delitto, a due passi dalla romanissima piazza Venezia.
La sera è calata ormai da tempo e le facciate dei palazzi sembrano prendere vita ogni volta che un raggio di luna fa un guizzo sul travertino; le scarpe picchiettano sui sampietrini, lasciando nell’aria una eco sinistra di passi veloci e affrettati. Una lama di luce colpisce una testa di Medusa scolpita su un portone e i mille serpenti sembrano pronti a colpirvi, mentre il vento sibila tra gli anfratti dei palazzi.
In eleganti abiti neri, coperti da lunghi cappotti – proibiti giubbotti e giubbottini – con gli occhi bistrati e le labbra rosso-sangue, stiamo per dare il benvenuto alla notte più terrificante di tutto il calendario: tra poco sarà Halloween e il mondo dei morti comincerà ad insinuarsi nella nostra realtà.
Dal quartiere Coppedè al ristorante Le Spighe per la “cena con delitto”: Halloween alla romana
Allora bisogna affrettare il passo, anche se il rumore dei tacchi risuona sempre più forte, e sbrigarsi a raggiungere il ristorante Le Spighe, al Grand Hotel Palatino del rione Monti, per una “cena con delitto” che non sarà facile dimenticare.
A pochi passi dal mistero con cui di dovranno fare i conti, ecco una piccola oasi di mistero che Roma custodisce con cura e gelosia: il quartiere Coppedè, un insieme di 26 palazzine e 17 villini che mostrano una singolarissima miscela di stili che vanno dal liberty al barocco, all’arte greca a quella gotica, dall’art decò fino al neomedievalismo e che neppure i romani conoscono come merita.
Questo luogo magico, avvolto da un’aura mistica che lo rende un meta perfetta per la notte di Halloween , compreso tra piazza Buenos Aires e via Tagliamento è l’esatto specchio del suo creatore, l’architetto fiorentino Gino Coppedè. Al suo genio si deve la realizzazione del quartiere che porta il suo nome e che egli progettò agli inizi del ‘900, fondendo surrealismo e spiritualità, esoterismo e inquietudine.
In un viaggio che attraversa i simboli dell’oscurità e della paura per raggiungere l’illuminazione della conoscenza, ci si imbatte nelle facciate decorate con tritoni, stelle ad otto punte e figure misteriose che hanno ispirato più di una teoria.
Si entra nel mondo allegorico di Coppedè attraverso la “Porta del Quartiere”, un grande arco decorato con il mosaico di un sarcofago etrusco circondato di simboli astrologici, che unisce i due palazzi degli ambasciatori.
Se vi sembra di aver già visto tutto questo da qualche parte, non è perché siete posseduti da chissà quali spiriti maligni ma semplicemente perché è stato il set cinematografico preferito dal maestro dell’horror italiano, Dario Argento che, qui, ha trovato ispirazione per due capolavori del genere: “Inferno” e “L’uccello dalle piume di cristallo”.
Basterà alzare gli occhi per ritrovarsi sotto il gigantesco lampadario in ferro battuto che sovrasta le vostre teste, circondato da torrette dove spiccano bassorilievi e mosaici, mascheroni terrificanti ed affreschi con cavalieri medievali.
Il quartiere Coppedè ha un cuore pulsante e, nella notte di Halloween sembra vivo più che mai: è piazza Mincio, dove troneggia, al centro, la Fontana delle Rane nelle cui acque, nei fab 60’ fecero il bagno – quando ancora non era proibito – i 4 di Liverpool dopo un concerto nel vicinissimo Piper, la discoteca romana regina di quel tempo.
Basta una leggera rotazione per trovarsi di fronte la Palazzina del Ragno, con un monumentale aracne che fa bella mostra sulla facciata, rifacendosi all’influenza assiro-babilonese mentre, poco lontano, i Villini delle Fate raccontano di dame e cavalieri, antiche divinità e animali degni di un bestiario fantastico.
Sarà immersi in questo mondo che si potrà salutare la notte di Halloween facendo onore a tutto il corollario di fantasmi, draghi, streghe e vampiri, che vi scorteranno fino alla “cena con delitto”.
Un pacchetto pensato per l’occasione dalla direzione del Grand Hotel Palatino – mica per niente è stato battezzato “Ponte di Ognissanti”- assicura 1 o più notti in camera a scelta, cena del 31 ottobre al raffinatissimo ristorante dell’hotel (bevande incluse), prima colazione giornaliera a buffet ed un pensiero di benvenuto che troverete al vostro arrivo in camera.
Finalmente seduti a tavola, mentre aspettate l’antipasto, ecco che un misterioso delitto si consumerà proprio sotto i vostri occhi e tutti i mostri di Halloween saranno radunati, come da prassi, dal brillante commissario Pelazucche: sarà lui, con l’aiuto degli ospiti, a risolvere l’enigma, interrogando i sospettati e raccogliendo indizi. La vittoria arriderà al tavolo che sarà riuscito a svelare il mistero individuando l’arma del delitto, il movente e, naturalmente, l’assassino.
Tra un’indagine e l’altra, camerieri pazienti e chef raffinati penseranno al menù voluto per l’occasione e che prevede un’entrée Amuse Bouche, con frollina salata con spuma di zucca e caviale al tartufo scorzone (selezione Calugi).
Sarà, poi, la volta di un antipasto a base di carpaccio di Angus affumicato con valeriana, robiola di Roccaverano DOP e noci bio Chandler.
Il piatto forte è rappresentato da ravioli di pasta fresca, carciofi IGP Romaneschi, guanciale IGP di Amatrice con cremoso di pecorino crosta nera DOP e mentuccia romana: un compendio dei sapori tipici della capitale.
Per secondo, sarà servito un filetto di suino iberico con salsa ai funghi porcini e patate soffici al timo.
E, per finire, millefoglie con mousse di ricotta vaccina, profumo di vaniglia, cachi e gocce di cioccolato fondente 85% Valrhona. Il tutto innaffiato da acqua e Prosecco Doc Extra Dry Millesimato Cuvée Brut Master C27 Sant’Orsola, Cesanese Rubillo IGT, Azienda Agricola Principe Pallavicini.
Chiude la cena – e l’indagine – un buon caffè espresso che, oltre a favorire la concentrazione, saluta la serata.