Lega e Forza Italia in pressing sul governo per ottenere modifiche, Salvini sul pignoramento telematico: “Non ci sarà nessuna incursione nei conti correnti”.
In un contesto europeo di profonda inquietudine dovuta alla crisi mediorientale, alle tensioni tra Kosovo e Serbia e alla necessità di sostenere l’Ucraina, ma anche al problema del dossier migranti e i rischi per la sicurezza, il premier Giorgia Meloni è a Bruxelles per consultarsi con altri leader europei. Tuttavia, i suoi occhi rimangono saldamente puntati su Roma, in particolare sulla manovra che approderà tra sabato e domenica in Parlamento.
La situazione è tesa, con Lega e Forza Italia che fanno pressioni per apportare modifiche sostanziali prima che la legge di bilancio sia definitivamente chiusa, almeno secondo il ‘disegno’ della presidente del Consiglio. Le preoccupazioni sono tante, soprattutto per la Lega, guidata da Matteo Salvini, che insiste sul tema delle pensioni e chiede “uno sforzo in più “, mentre Forza Italia alza la posta in gioco riguardo alla cedolare secca sugli affitti brevi.
Insieme, i due partiti chiedono anche di rivedere una delle norme più controverse, ossia quella relativa ai prelievi forzosi. Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, invita alla calma e sottolinea l’importanza di aspettare la versione definitiva della manovra, poiché si stanno effettuando modifiche sostanziali di bozza in bozza.
Tra queste, c’è anche la controversa misura relativa ai conti correnti: il pignoramento telematico, nella versione circolata nel pomeriggio, scatterebbe solo per i debiti superiori a mille euro nei confronti del Fisco. Salvini assicura che “non ci sarà alcuna incursione nei conti correnti” e Palazzo Chigi spiega che si tratta solo di un’ottimizzazione di strumenti digitali già esistenti, senza “alcun accesso diretto ai conti correnti da parte dell’Agenzia delle entrate per recuperare le imposte non pagate”.
Riguardo alle pensioni, nelle versioni più recenti, l’anticipo dell’adeguamento alla speranza di vita per i pensionati, indipendentemente dall’età, non verrebbe effettuato entro il 2024, ma si prospetta nuovamente per il 2027. Inoltre, sembra scomparire anche l’ipotesi di un intervento sul turnover nella pubblica amministrazione, che inizialmente era stato proposto solo come un’idea e non compare nei testi più recenti.
Altre modifiche includono l’introduzione di un tetto di 50.000 euro per i titoli di Stato, che saranno esentati dal calcolo dell’Isee, e una stretta sul tax credit per il cinema, che porterebbe ad escludere le imprese non indipendenti o non europee dall’agevolazione. Tuttavia, il lavoro continua, anche sul fronte delle pensioni, con la Ministra del Lavoro, Marina Calderone, che dichiara che “ci si sta lavorando” sotto la pressione degli alleati di maggioranza.
In tutto questo, Fratelli d’Italia rimane in silenzio in nome della real politik, con la complessa situazione internazionale e i compromessi necessari in gioco. “Cosa dovremmo dire noi di come è finita sugli extraprofitti delle banche?”, dice ad esempio un parlamentare meloniano facendo capire che quello finora trovato è comunque un punto di compromesso che sarebbe complesso scardinare.
Nel frattempo, Forza Italia, con Antonio Tajani, promette di lottare contro gli aumenti della cedolare secca sugli affitti brevi, e con Giorgio Mulè, ribadisce che “Forza Italia è storicamente contro l’aumento della pressione fiscale” e dunque “una volta letta la manovra nella sua versione definitiva, occorrerà eventualmente intervenire” sulla misura sul pignoramento“.
Da parte sua, la Lega ha sempre lottato contro la legge Fornero e Quota 41, ma ora deve confrontarsi con Quota 104. Tra le possibili soluzioni, ci sarebbe quella di mantenere Quota 103 con un ricalcolo contributivo, con l’obiettivo di superare completamente la legge Fornero: “l’obiettivo è il superamento della legge Fornero”, ribadisce il vicesegretario leghista Andrea Crippa e “uno step bisogna farlo e quindi già in questa legge di bilancio bisogna che il centrodestra faccia vedere che sulle pensioni si interviene nella direzione che ha detto in campagna elettorale”.
Infine, in merito a uno dei progetti chiave della Lega, il Ponte sullo Stretto, emergono ulteriori dettagli. Viene autorizzata una spesa totale di 11,6 miliardi fino al 2032, con 780 milioni previsti per il prossimo anno, per la realizzazione dell’infrastruttura del Ponte e in attesa di reperire ulteriori fonti di finanziamento per “ridurre l’onere a carico del bilancio dello Stato”.
In base all’approvazione del progetto definitivo da parte del Cipess (il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica) entro il 2024, la spesa sarà ripartita in 780 milioni per il 2024, oltre un miliardo per il 2025 e per il 2026 e così via fino ai 260 milioni del 2032.