Liberi di scrivere: a Regina Coeli il concorso di scrittura per i detenuti
È giunto alla seconda edizione il concorso letterario dedicato ai detenuti della Casa circondariale di Roma Regina Coeli
Il concorso è nato l’anno scorso con il nome ‘Scriviamone a Regina Coeli’ su iniziativa del magistrato di sorveglianza di Roma Alessandro Giordano e realizzato in collaborazione con l’associazione ‘Voreco’ (Volontari Regina Coeli), presieduta da padre Vittorio Trani.
“Il carcere è di per sè un luogo di deprivazione, che prevede tanti segni meno”, ha commentato l’ideatore del concorso Alessandro Giordano.
“Io credo che l’arte e la cultura possano costituire un grande segno più, per innalzare il livello culturale e accompagnare chi ha sbagliato verso un futuro migliore” ha aggiunto Giordano.
Abbattere il muro con le parole
Quest’anno il nome del concorso è diventato molto più simbolico ed evocativo trasformandosi in “Liberi di scrivere“. Dai 35 partecipanti della scorsa edizione, quest’anno i detenuti della casa circondariale romana che hanno partecipato al
concorso sono stati 50.
Il tema scelto per questa edizione è stato ‘Il muro‘, inteso come una barriera alla libera espressione non soltanto concreta ma anche simbolica. I detenuti hanno scritto poesie, testi brevi e racconti per superare e sfondare questo muro con la loro creatività, usando le parole.
I vincitori del concorso
La cerimonia di premiazione, svoltasi nell’istituto penitenziario romano, ha decretato vincitore Domenico L., seguito al secondo posto da Luca T.; terzi classificati a pari merito con due poesie Giuseppe C. e Gianluca S. Menzione speciale della giuria per una poesia in romanesco di Carlo Alberto C.
La prima parte della poesia terza classificata – scritta da Giuseppe C. e intitolata “Le mura” – recita: “Le mura di Regina Coeli trasudano dolore / Catturano la gioia ed induriscono ogni cuore / I sogni qui svaniscono, sciolti come neve al sole / Sono colori di un dipinto, / ma resta anonimo l’autore / ogni lacrima versata, goccia di sangue, urla di dolore / una vita passata nella loro dura espiazione”.