Economia: Trieste e Roma sono le città italiane con la crescita trimestrale più alta
Il risultato emerge dai dati Movimprese della terza parte del 2023: il sistema imprenditoriale regionale mostra segnali positivi.
Trieste e Roma sono le città italiane con la crescita trimestrale più alta. Il dato emerge da Movimprese, l’analisi trimestrale nazionale realizzata da Unioncamere e InfoCamere, che ha esaminato il bilancio anagrafico attivo tra luglio e settembre di 15.400 imprese.
Come rende noto la Camera di Commercio Venezia Giulia, a Trieste, il saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni d’impresa è stato di 78, seguito da Pordenone con 65, Gorizia 31 e Udine 26. Per quanto riguarda i tassi di crescita trimestrali in ambito regionale, Trieste è a pari merito con la Capitale attestandosi a 0,50%, seguita da Milano con lo 0,49% e Bolzano a 0,47%; Gorizia ha registrato lo 0,33%, Pordenone 0,26% e Udine 0,05%.
Il presidente della Camera di Commercio Venezia Giulia, Antonio Paoletti, ha espresso soddisfazione per “la bontà dell’azione sinergica delle istituzioni e delle imprese realizzata in questi anni nei territori di Trieste e Gorizia, in piena sintonia con le linee di sviluppo della regione nel suo complesso”.
Il sistema imprenditoriale regionale in Friuli Venezia Giulia
Il sistema imprenditoriale regionale, nel terzo trimestre del 2023, ha mostrato discreti segni di positività, con un numero di aperture (991) di gran lunga più alto rispetto alle chiusure (137). Una congiuntura positiva che ha riguardato tutte le province, in particolare Trieste.
Per quanto riguarda le imprese presenti sul territorio della sola Venezia Giulia, tra i settori con saldi positivi spiccano Costruzioni (+40) e Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (+15), in particolare Attività di servizi per edifici e paesaggio (+5) e Attività di supporto per le funzioni d’ufficio (+6). Il settore del commercio, in particolare il comparto al dettaglio, continua invece a registrare un saldo negativo, con 19 iscrizioni e 32 cessazioni.
“La presenza peraltro di un cospicuo numero di imprese non classificate, che andranno ad affluire ai rispettivi settori al momento della dichiarazione di inizio dell’attività, implica che i saldi pubblicati sono in qualche misura peggiori della realtà”, specificano nella nota.