Velletri, respinta la messa in prova: il 20 novembre tocca alla discussione
Caso Lavinia, la giudice di Velletri respinge la richiesta di messa in prova della maestra e anche di dividere il processo in due tronconi
Il magistrato Eleonora Panzironi ha respinto la richiesta avanzata dalla difesa di Francesca Rocca nel processo che la vede imputata, presso il tribunale di Velletri, per le lesioni provocate alla piccola Lavinia Montebove, investita nel parcheggio dell’asilo nel 2018 e, da allora, in stato vegetativo.
Respinta anche la richiesta di dividere il processo in due tronconi, uno per la maestra e uno per la donna che ha fisicamente investito la piccola, Chiara Colonnelli.
Ora, sciolta la riserva della giudice, il processo prosegue con l’udienza del 20 novembre prossimo, dedicata alla discussione finale prima della sentenza. Prima di quella data è atteso il pronunciamento della Corte di Appello in merito alla richiesta di ricusazione della giudice Panzironi, avanzata dalla difesa delle due imputate.
Massimo Montebove: “Giustizia per Lavinia” sulla maglietta choc
Tra i presenti all’udienza di oggi, il papà di Lavinia, Massimo Montebove che ha indossato una maglietta che ritraeva la figlia prima dell’incidente e subito dopo, in rianimazione, su cui campeggia la scritta “Giustizia per Lavinia“.
“Volevamo un processo e una sentenza – ha commentato Montebove -, la strada sembra tracciata. Oggi ero in aula con quella maglietta per ricordare che al di là delle schermaglie procedurali e delle tecniche dilatorie di chi difende l’indifendibile, sconfessate dal giudice, la vera vittima di questa vicenda è una sola e si chiama Lavinia Montebove, oggi ha 6 anni e mezzo e vive da 5 anni in stato vegetativo di minima coscienza irreversibile“.