Asaps: in 32 anni sono 163mila i morti sulle strade italiane
Lo studio dei sati Istat tra il 1991 e il 2022: quasi 24mila solo i pedoni uccisi, con un conseguente costo sociale di 244 miliardi.
Nel corso degli ultimi 32 anni, il numero di incidenti stradali in Italia ha mietuto 163.052 vittime, con un picco di 7.498 nel lontano 1991. Nel 2020, invece, il dato più basso, che si è attestato a 2.395: un calo però in gran parte attribuito alla pandemia e alle restrizioni di circolazione che hanno limitato gli spostamenti per diverse settimane. Tra le regioni più colpite, primeggiano la Lombardia con 23.650 morti, l’Emilia Romagna con 18.157, il Veneto con 17.051 e il Lazio con 15.796.
“Solo Roma ha registrato 6.452 vittime, in pratica un piccolo quartiere è scomparso nella capitale”, ha commentato Giordano Biserni, presidente dell’Asaps (Associazione sostenitori della Polizia stradale). L’Ufficio Studi di questa associazione ha elaborato i dati Istat più recenti, esaminando il periodo che va dal 1991 al 2022. Solo per quanto riguarda i pedoni uccisi si contano 23.935 vittime, considerati gli utenti più vulnerabili sulle strade, che rappresentano il 14,68% del totale, e 607.639 feriti.
L’Asaps fa notare che nei primi anni ’90, si sono registrati picchi importanti di mortalità stradale, con un secondo picco significativo nel 2001, quando ci furono 7.096 decessi. L’introduzione della patente a punti a partire dal 1° luglio 2003 ha contribuito a ridurre il numero di incidenti stradali, mentre l’ultima grande riforma del codice della strada, avvenuta nell’estate del 2010, ha intensificato la lotta all’ubriachezza al volante e ha permesso di ridurre il numero di vittime a un intervallo tra le 3.400 e le 3.300.
I costi sociali per ogni decesso
Attraverso l’analisi dei dati Istat e basandosi sui costi sociali calcolati per ogni decesso (stimati a un milione e mezzo di euro), l’Asaps ha rivelato che le perdite umane in Italia in 32 anni hanno avuto un costo sociale di 244 miliardi di euro, un valore che “probabilmente molto sottostimato”, “una cifra spaventosa che deve assolutamente ridursi per i prossimi decenni”.
“Solo grazie a grandi riforme del codice della strada, come la patente a punti, abbinata a controlli sulle strade con divise, etilometri e strumenti di controllo velocità, si possono avere risultati straordinari e diminuzione delle vittime e dei feriti”, sottolinea Biserni. “Ecco perché lanciamo un forte appello, proprio a ridosso dell’avvio dell’esame del disegno di legge di riforma del codice della strada voluto dal Governo che il 25 ottobre partirà in Commissione Trasporti alla Camera. Il Parlamento deve fare presto e bene, inserendo norme che permettano di ridurre i morti sulle strade, di evitare stragi di pedoni, ciclisti e motociclisti”.