Addio a Sergio Staino, il “papà di Bobo” | Vauro: “Anche le matite migliori si consumano”
Addio a Sergio Staino, vignettista e giornalista: si è spento oggi, ad 83 anni, il papà di Bobo, la creatura della sua matita
“Anche le matite migliori si consumano” è il saluto dell’amico e collega Vauro: Sergio Staino è morto oggi, ad 83 anni, all’ospedale di Torregalli, Firenze, dove era ricoverato da qualche giorno per all’aggravarsi delle sue condizioni.
Malato da tempo, era di fatto divenuto progressivamente cieco a causa di una degenerazione della retina che lo aveva colpito a soli 37 anni: disabilità, questa, che però non gli ha mai impedito di disegnare, aiutandosi anche con la tecnologia.
Ironico, irriverente, ha tracciato con la matita i vizi, i tic e, in ultima analisi, le virtù della sinistra italiana, pubblicando le sue vignette su L’Unità, L’Espresso, Il Messaggero, La Stampa e molte altre testate.
Staino: “Bobo? E’ un arrabbiato, disilluso, romantico, democratico, di sinistra”
“Il disegno io lo penso sempre molto e così mi sono accorto che la mia mano destra si muoveva da sola e disegnava quello che avevo in testa”, diceva della sua arte.
Giornalista, oltreché vignettista, fu l’ultimo al timone de L’Unità, accompagnando fino alla fine il quotidiano fondato da Antonio Gramsci.
Nato a Piancastagnaio, in provincia di Siena, per anni ha raccontato la sua sinistra attraverso Bobo, la sua creatura e, soprattutto, l’alter ego suo e di tutta una sinistra “sull’orlo di una crisi di nervi”, insegnando a tutto il partito l’arte dell’ “autosatira“, in alternativa ad una più indigesta autocritica. “Bobo nacque, come spesso accade, per disperazione“, raccontava Staino della sua creatura, “Ero un uomo inquieto, in crisi. Cercavo che cosa fare da grande. L’immagine di Bobo nacque d’istinto. Anche il nome. Bobo è un arrabbiato, disilluso, romantico, democratico, di sinistra“.
Un genio acuto, affilato e graffiante spesso amato, per la propria onestà intellettuale, anche dagli avversari politici e che lo ha portato, con le strisce del suo “Hello Jesus” sulle pagine del quotidiano cattolico per eccellenza, l’ “Avvenire“: “Per me Gesù è un bellissimo personaggio storico, il primo dei socialisti, il primo a combattere per i poveri”, fu il commento di Staino in quell’occasione.
Uomo di antica fede comunista, mai messa in discussione né in predicato, mantenne sempre un oggettivo distacco da certi populismi di maniera che criticò nel modo più feroce possibile: semplicemente ignorandoli.
Così di lui Matteo Renzi oggi dice “È stato spesso un feroce critico e allo stesso tempo un affettuoso fratello maggiore“, mentre Enrico Letta lo ringrazia per “tutto quel che hai sentito, condiviso e pensato. Per tutti i pensieri che hai provocato. Vivrà tutto ciò ancora a lungo“. Anche Vittorio Sgarbi lo saluta con rammarico: “Se ne va un amico, affettuoso e severo con me, ma pronto al divertimento e al gioco che oggi non sembrano più possibili”.
Un saluto a Staino anche dal sindaco della Capitale Roberto Gualtieri: “Con Sergio Staino se ne va non solo una matita geniale, l’indimenticabile creatore di Bobo, ma anche un autore e giornalista brillante e acuto, capace sempre di farci sorridere e riflettere. Un abbraccio affettuoso alla famiglia e a tutti quelli che gli volevano bene”.