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Roma, arrestati i tre ladri della banda dell’auto ariete

Volante dei carabinieri a Roma (Immagine di repertorio)
Volante dei carabinieri a Roma (Immagine di repertorio) – Roma.Cronacalive.it

Hanno usato come un ariete un’auto rubata per sfondare la vetrina di una profumeria e rubare merce per 1.000 euro.

Hanno utilizzato un’auto rubata come fosse un ariete per sfondare la vetrina di una profumeria nel quartiere Tintoretto e saccheggiarla, ma non è andata a finire bene. La cosiddetta banda dell’auto ariete, infatti, è stata intercettata dalla polizia, che, dopo aver ricostruito gli eventi grazie a un’indagine approfondita, è riuscita ad arrestare i tre ladri.

Il colpo

Il colpo è avvenuto alle prime ore del mattino del 15 settembre. Il titolare della profumeria di via Alessio Baldovinetti è stato il primo a dare l’allarme, allertato da un avviso di effrazione sul cellulare. Recatosi sul posto dopo aver allertato il numero unico per le emergenze, il titolare ha così scoperto che la vetrina del suo negozio era stata completamente distrutta e che i ladri avevano rubato oltre 600 prodotti cosmetici di varie marche e due registri di cassa contenenti in totale 1000 euro.

Gli agenti del IX distretto Esposizione hanno quindi visionato le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona e hanno ricostruito l’accaduto: i tre uomini indagati, a bardo di un’auto che è poi risultata rubata, hanno sfondato una delle vetrate della profumeria e hanno velocemente rubato prodotti e soldi prima di risalire in auto e scappare.

Nell’arco della stessa giornata quindi, la polizia ha individuato i tre presunti autori della rapina con ancora indosso gli abiti registrati dalle telecamere.

Le accuse

Sulla base delle prove raccolte, la procura ha presentato una richiesta al giudice per l’emissione di un’ordinanza della misura cautelare degli arresti domiciliari per due dei sospettati, due romani di 44 e 34 anni. Il terzo sospettato, un 44enne di origini napoletane, è stato posto agli arresti domiciliari con l’applicazione di un braccialetto elettronico, a disposizione dell’autorità giudiziaria.