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Operazione Gdf a tutela del ‘Made in Italy’: sequestrati 16mila capi d’abbigliamento contraffatti

Operazione anticontraffazione della Guardia di Finanza tra Abruzzo, Lazio e Campania
Operazione anticontraffazione della Guardia di Finanza (Immagine di repertorio) – CronacaLive ediz. Roma

La Gdf ha sequestrato oltre 16mila capi d’abbigliamento a seguito di un’operazione anticontraffazione tra Abruzzo, Lazio e Campania.

La Guardia di Finanza di Pescara ha condotto un’operazione anticontraffazione fra Abruzzo, Lazio e Campania nell’ambito del piano d’azione ‘Stop Fake’. A finire sotto la lente d’ingrandimento sono stati un negozio al dettaglio nel pescarese e vari centri di stoccaggio merce sparsi tra Roma, Napoli e San Giuseppe Vesuviano.

Le indagini, eseguite in materia di sicurezza prodotti e tutela del ‘Made in Italy’, hanno permesso di scoprire una rete di contraffazione. Le Fiamme Gialle hanno ritirato dalla vendita e sequestrato oltre 16mila capi d’abbigliamento che non avevano l’etichettatura conforme alla normativa del Regolamento Europeo e del Codice del Consumo. Nel complesso, sono state irrogate sanzioni con massimali da 20mila euro.

I militari della Sezione Mobile del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, grazie alla documentazione analizzata, sono riusciti a risalire la filiera individuando tre opifici per grossisti gestiti da cinesi. Quest’ultimi si servivano di ampi depositi e magazzini per vendere merce non sicura sul territorio nazionale. Sono stati tutti segnalati alla Camera di Commercio.

Il settore moda è il più colpito dalla contraffazione

L’ultimo rapporto Censis ha confermato che il settore moda è uno dei più colpiti dalla contraffazione. L’abbigliamento sportivo, casual e intimo, le pochette, gli zaini e le hand bag -oltre 100.000 esemplari- sono le principali tipologie di merce sequestrata che, principlamente, proviene dalla Cina.

“I delitti di contraffazione, se realizzati in forma organizzata, costituiscono attività criminose produttive di enormi profitti quando questi guadagni si riversano nell’economia legale, alterano il mercato e fungono da ulteriore incentivo per la commissione di una serie di reati”, ha spiegato il Colonello Antonio Caputo, Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Pescara.