Esplode il conflitto tra Hamas ed Israele e la Questura di Roma intensifica i controlli a protezione di possibili obiettivi
Il Ghetto ebraico, la sinagoga, l’ambasciata israeliana e anche gli aeroporti frequentati dalla compagnia di bandiera El Al: questi sono i principali obiettivi su cui l’Italia ha alzato il livello di allerta, intensificando il servizio di vigilanza e controllo.
Mentre i turisti si godono l’ottobrata romana, seduti nei tanti dehor dei caffè e dei ristoranti che servono specialità della Capitale, le saracinesche dei locali con cucina kosher sono rigorosamente chiusi: l’aggressione di Hamas c’entra poco, si tratta del riposo del sabato e gli osservanti non si esimono mai dallo Shabbat.
“Massima attenzione su Roma, anche se al momento non ci sono segnali particolari” – ha commentato il prefetto della Capitale Lamberto Giannini al termine del vertice per l’ordine e la sicurezza che si è tenuto in prefettura. Uno stato di allerta rafforzato, rispetto al previsto, anche in concomitanza di due ricorrenze che cadranno nei prossimi giorni: il 9 ottobre ricorre il 31°anniversario dell’attentato alla Sinagoga, in cui morì Stefano Gaj Taché, mentre il 16 ottobre la memoria va al rastrellamento del Ghetto del ’43, 80 anni fa.
Sulla situazione complessa e difficile stamattina è stata la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a fare il punto della situazione, convocando i ministri ed i vertici dell’intelligence per un’analisi sui fatti accaduti ed una ricognizione sui luoghi cui garantire la massima sicurezza.
I ministri Tajani Piantedosi e Crosetto, rispettivamente titolari dei dicasteri Esteri, Interno e Difesa, l’Autorità nazionale per la sicurezza della Repubblica, il sottosegretario Mantovano, l’ambasciatore Francesco Maria Talò, I direttori dei servizi – Belloni, Caravelli e Parente, con Giorgia Meloni si sono riuniti in un vertice per analizzare la crisi mediorientale e le conseguenze che potrebbero derivarne per l’Italia.
18mila italiani, al momento, si trovano in Israele ed una ventina proprio nella Striscia di Gaza: “Quelli che vivono in Israele – ha precisato il ministro degli Esteri Antonio Tajani – sanno quello che devono fare. Ci siamo concentrati soprattutto su quelli che non vivono lì ma tutti quanti hanno ricevuto i messaggi da parte dell’Unità di crisi della Farnesina e dalle nostre rappresentanze diplomatiche“.
“Al momento – ha detto Sergio Barbanti, ambasciatore d’Italia in Israele – tutti i nostri connazionali stanno bene“.
Attenzione anche per i 1.200 militari italiani impegnati nell’operazione Onu Unifil in Libano, a rischio anche se non direttamente presenti nel teatro della nuova guerra.