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Roma: oggi la commemorazione per i dieci anni dal naufragio di Lampedusa

Sulla costa di Lampedusa l'opera 'Porta d'Europa', di Mimmo Paladino, installata nel 2008 in memoria dei migranti deceduti e dispersi in mare nel tentativo di raggiungere la terra (Immagine di repertorio)
Sulla costa di Lampedusa l’opera ‘Porta d’Europa’, di Mimmo Paladino, installata nel 2008 in memoria dei migranti deceduti e dispersi in mare nel tentativo di raggiungere la terra (Immagine di repertorio) – Roma.Cronacalive.it

Per il decennale del naufragio di Lampedusa Arci ha organizzato un flash mob per ricordare le vittime dell’immigrazione.

Ricorre oggi il triste anniversario dei 10 anni del naufragio di Lampedusa. Per l’occasione, l’Arci (Associazione ricreativa e culturale italiana) ha organizzato per la giornata di oggi, martedì 3 ottobre, alle ore 14, un flashmob durante il quale verrà deposta una corona di fiori davanti al Milite Ignoto a Roma.

Inoltre, in una nota, l’Arci ha sottolineato l’importanza di ricordare quella terribile giornata, affermando che “il 3 ottobre 2013 nei pressi dell’Isola dei Conigli, la più bella spiaggia di Lampedusa, emergevano centinaia di cadaveri. Alla fine si conteranno 368 vittime. Nel 2016, in seguito alla tragedia, il Parlamento italiano istituì per il 3 ottobre la ‘Giornata Nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione‘, per sottolineare come la Repubblica si deve adoperare per impedire altre stragi”.

“Ricordiamo le morti innocenti e le responsabilità dei governi”

“Da allora – prosegue la nota – più di 27mila persone hanno perso la vita nel tentativo di entrare in Europa attraversando il Mediterraneo centrale ed è sempre più difficile scappare da guerre e persecuzioni. Una strage che può essere fermata a condizione che i governi predispongano un programma di ricerca e salvataggio europeo e che introducano canali di accesso legali e sicuri per ricerca di lavoro e per ricerca di protezione”.

“Il 3 ottobre 2023, a dieci anni da quel terribile naufragio, vogliamo ricordare quelle morti innocenti e le responsabilità di governi e Commissione Europea nel determinare le condizioni perché le stragi continuino. Fermare la strage è possibile, invertendo la direzione delle politiche sull’immigrazione e cominciando a fare gli interessi pubblici e non più quelli privati di partiti e movimenti politici”.