Dopo 14 mesi, dal 1° ottobre il Tram 8 riprende a circolare sulla tratta Casaletto-Argentina. Ieri aggiudicata gara per 121 nuovi tram
Da quando è stata attivata, nel 1998, la linea del Tram 8 tra Casaletto ed Argentina – e ritorno – non aveva mai visto neppure l’ombra di un intervento di manutenzione: dopo 14 mesi di lavoro e un ritardo di 5 mesi sulla tabella di marcia, da domani – 1 ottobre – il Tram 8 riprende la sua corsa.
I cantieri erano stati aperti agli inizi del luglio 2022 ed il ripristino del servizio era previsto a 6 mesi di distanza, con la totale chiusura dei lavori dopo ulteriori 90 giorni.
“Questa amministrazione – ha commentato il sindaco della Capitale Roberto Gualtieri – ha dovuto affrontare tanti problemi legati alle manutenzioni disattese da tanti anni. Continueremo senza sosta in questo percorso così come in quello della modernizzazione dei mezzi e delle strutture, come dimostra la gara sulla nuova flotta dei tram approvata ieri”.
Il riferimento di Gualtieri è alla gara per la fornitura di 121 tram nuovi di zecca, con cui rinnovare la sezione della flotta Atac su rotaia: il bando da 457 milioni di euro è stato aggiudicato, ieri, dalla società Caf che, entro 18 mesi, si è impegnata a consegnare alla municipalizzata i nuovi convogli da 33,5 metri, in grado di ospitare 215 passeggeri e fruibili anche dai portatori di disabilità, cui sono riservati 2 postazioni e 68 sedute e dotati di pedane per favorirne l’accesso. I nuovi tram dovranno essere tutti climatizzati e dotati di sistemi di videosorveglianza, diffusione sonora e contapasseggeri e, sul fronte della sicurezza, implementati da un sistema di avviso anticollisione.
“L’enorme lavoro, fatto di operazioni strutturali e non effimere, e il sacrificio di questi mesi – ha chiosato Eugenio Patanè, assessore capitolino alla Mobilità – consentiranno alle prossime amministrazioni di non dovere reintervenire per i prossimi lustri e di avere un’infrastruttura efficiente. I lavori hanno subito dei ritardi in quanto il cronoprogramma iniziale purtroppo è stato messo in crisi da alcuni eventi al di fuori del nostro controllo. Prima notevoli difficoltà nella fornitura di materie prime, a cominciare dall’acciaio. Poi, a cantiere ormai avviato, – conclude Patanè – l’emergere di alcune complessità di natura progettuale e contrattuale del tutto imprevedibili in sede di pianificazione, che ci hanno costretto ad allungare la durata del cantiere”.
Nove chilometri di binari sono stati sostituiti integralmente, dalle massicciate alle traversine, quindi è toccato all’asfalto lungo tutta la linea e alla posa dei sampietrini dove serviva.
“Rimangono da completare un breve tratto della Circonvallazione Gianicolense, nella parte in cui sale verso via Flavio Biondo, e i binari di Ponte Garibaldi – ci tiene a precisare ancora Patanè all’AdnKronos – per i quali si stanno definendo le soluzioni meno impattanti sul versante della viabilità: non sussistevano le condizioni per la chiusura di Ponte Garibaldi in contemporanea con Via Induno. Le attività verranno pianificate e svolte nei prossimi mesi“.