Dengue, casi in aumento nel Lazio | Gli infettivologi: “Il vettore circolerà fino a inizio novembre”
La diffusione delle febbre Dengue, malattia di origine virale trasmessa dalle zanzare, persisterà nel Lazio fino all’inizio di novembre.
Durante i mesi estivi, nel Lazio, si è assistito ad un incremento di casi di febbre Dengue. Si tratta di una malattia di origine virale non trasmissibile tra persone benché l’uomo sia il principale ospite del virus. Infatti, il contagio avviene tramite le zanzare che, a loro volta, hanno punto un individuo infetto.
In estate, la regione ha registrato diversi casi con tre focolai autoctoni, ossia non associati a viaggi all’estero, di cui due nel Comune di Roma e uno nella provincia di Latina. Questo aumento è destinato a persistere per tutto ottobre. Sul fronte West Nile e Chikungunya, invece, non è stato segnalato alcun caso. E’ quanto emerso dal Congresso regionale del Lazio, ‘Studiare il passato per comprendere il futuro’, organizzato dalla Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit).
“Nel Lazio si riscontra un incremento di casi di Dengue, sia di casi importati da paesi endemici (quelli che si trovano fra i due tropici), sia di casi autoctoni cioè contratta in Italia senza legame diretto a un viaggio all’estero. Ciò avviene perché un paziente può rientrare in Italia con questa infezione, viene punto dalla zanzara tigre, che si infetta e dopo un periodo di incubazione di 10-15 giorni può infettare un’altra persona”, ha affermato Emanuele Nicastri, direttore Unità Malattie infettive ad alta intensità di cura dello Spallanzani.
“Per il mese di ottobre -ha spiegato- si prevede ancora una circolazione del vettore, almeno fino alla prima settimana di novembre. Se ci trovassimo di fronte a un paziente con sintomi riconducibili a questa infezione, sarà bene fare un test rapido che si può eseguire in centri infettivologi specializzati, ad esempio venendo direttamente senza prenotazione all’istituto Spallanzani, che dà una risposta in poche ore, in modo sia da prendere in carico il paziente che di poter avviare una disinfestazione che eviti il propagarsi di un focolaio e quindi di nuovi casi”.