Taxi introvabili a Roma: delle 7.672 licenze attive, solo 60 taxi hanno accolto la “doppia guida”. Patanè: “ci vuole tempo”.
Tra la metropolitana che opera a servizio ridotto, gli autobus che puntualmente accumulano ritardi e corse saltate, lavori stradali e un afflusso straordinario di turisti, la Capitale sta vivendo un momento critico per quanto riguarda il trasporto pubblico.
E, a tutto questo, si aggiunge la questione taxi, che invece di aiutare a migliorare la situazione diventa parte del problema. Infatti, nonostante sulla carta i taxi presenti a Roma siano poco meno di 8mila, a conti fatti riuscire a trovare un taxi disponibile è un’impresa quasi titanica, e non senza attese lunghissime.
Una soluzione temporanea, seppur tamponata, poteva essere la possibilità di adottare la “doppia guida“, consentendo a ciascun veicolo di effettuare turni di lavoro estesi fino a 20 ore al giorno. Come si può leggere sul sito del Comune di Roma, infatti, “Roma Servizi per la Mobilità ha inviato a tutti i tassisti le istruzioni per l’iscrizione tramite la piattaforma Taxi Web alla seconda guida. Sarà quindi possibile nominare un conducente e iniziare a svolgere il secondo turno permettendo alla stessa vettura di effettuare il servizio fino a 20 ore giornaliere”.
Tuttavia, secondo quanto riferito all’Adnkronos, questo esperimento sta procedendo al rilento. A confermare questa affermazione sono i dati: soltanto 60 taxi su 7.672 licenze attive, cioè meno del 10%, hanno aderito all’iniziativa della “doppia guida“.
“Non è che la doppia guida non ha funzionato. Ci vuole tempo per far sì che i tassisti aderiscano, c’è una procedura. Milano ha impiegato un anno ad arrivare al 10%” – spiega all’Adnkronos l’assessore capitolino alla Mobilità Eugenio Patané – “Dobbiamo aspettare il 7 ottobre, data di conversione del decreto Omnibus nel quale c’è anche l’articolo che riguarda che licenze taxi. Nel frattempo ci troviamo in un periodo di limbo nel quale non si sa esattamente quale sarà la normativa finale. Dobbiamo necessariamente aspettare la conversione del decreto”.