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Sciopero mezzi a Roma: disagi per 24 ore

Persona ad una fermata di un bus (Immagini d’archivio Ansa) – Roma.Croancalive.it

Metro e bus sono a rischio per 24 ore a causa dello sciopero a Roma. Disagi per chi prende mezzi Atac. Quali saranno le corse non garantite.

Roma – Sono previsti disagi per i cittadini che si muovono con i mezzi pubblici nella città di Roma a causa dello sciopero nazionale proclamato dal sindacato Usb per venerdì 29 settembre. I disagi potrebbero durare per tutta le 24 ore previste dall’iniziativa. Previsti ritardi  corse cancellate per la rete Atac, tra cui bus, metro e tra. Ma non dovrebbero essere regolari nemmeno le corse dei bus periferici di Tpl e dei mezzi Cotral, oltre alle ferrovie ex concesse Roma Viterbo e Roma Lido.

Lo sciopero sarà articolato su 24 ore: inizierà venerdì dalle 8:30, fino alle 17, per poi riprendere dalle 20, fino a fine servizio. Saranno quindi assicurate solo le corse fino alle 8:30 e quelle nella finestra dalle 17 alle 20. Tuttavia, non sono affatto esclusi disagi per via della Ryder Cup, il torneo di golf che si svolgerà a Guidonia fino all’8 ottobre. Non saranno garantiti nemmeno i bus notturni per la notte del 28 e 29 settembre, mentre lo sarà quello delle linee diurne che hanno corse che partono dopo le 24, oltre alle seguenti: 38, 44, 61, 86, 246, 170, 451, 301, 881, 664, 980 e 916. Non saranno invece garantite le corse dopo le 24 offerte dal servizio metro A-B-C e le linee diurne dopo le 24. Ma anche le corse notturne delle seguenti linee: 8, 38, 61, 44, 170, 86, 301, 246, 451, 664.

“Cancellare le tariffe energetiche”

Tra le motivazioni dello sciopero indetto dal sindacato Usb, vi sono la cancellazione degli aumenti delle tariffe dei servizi ed energia. Ma non solo, perché il sindacato richiede anche il blocco delle spese militari e lo stop all’invio delle armi in Ucraina. Inoltre è richiesto il congelamento dei prezzi dei combustibili e dei beni di prima necessità. Gli iscritti chiedono al Governo nuovi investimenti che vadano a potenziare i servizi pubblici essenziali, oltre a superare i salari d’ingresso, considerati “penalizzanti” per i neoassunti.