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Roma, la procura chiude le indagini sugli omicidi di Prati: “De Pau agì con premeditazione”

La scientifica esce dal palazzo, a Prati, dove sono stati commessi i primi due omicidi. Immagine repertorio. Roma-CronacaLive.it
La scientifica esce dal palazzo, a Prati, dove sono stati commessi i primi due omicidi. Immagine repertorio. Roma-CronacaLive.it

Quartiere Prati, 7 novembre 2022: 3 donne uccise in poche ore. La procura chiude l’inchiesta e contesta a De Pau la premeditazione

Prima le due donne cinesi, Yanrong Li e Jun Xia Yang, massacrate a coltellate nell’appartamento di via Riboty, al primo piano. Poi è toccato a Marta Castano Torres, ammazzata nel seminterrato di via Durazzo.

Per il triplice omicidio fu arrestato, a 48 ore dai fatti, il 51enne Giandavide De Pau, un passato criminale piuttosto intenso, il cui fiore all’occhiello è l’aver fatto da autista al boss Michele Senese.

Ora, la pm Antonella Pandolfi e l’aggiunto Michele Prestipino hanno chiuso le indagini con un atto di accusa tutto a carico di De Pau, in cui gli vengono contestate le aggravanti della crudeltà,  dei futili motivi e della premeditazione.

Il perito: “Nessun disturbo mentale, De Pau può restare in cella”

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Giandavide De Pau in una foto allegata all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip a suo carico per il triplice omicidio di Prati. Roma-CronacaLive.it

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, De Pau “la mattina del 17 novembre 2022, sotto l’azione combinata di sostanze alcoliche, stupefacenti e farmacologiche, con premeditazione, per futili motivi e agendo con crudeltà” avrebbe raggiunto le due donne cinesi nell’appartamento in cui si prostituivano e, dopo aver consumato un rapporto sessuale con entrambe, le avrebbe uccise infierendo “ripetutamente in numerose parti del corpo con un’arma da taglio”.  

Lasciato il luogo del duplice omicidio, a bordo della sua Toyota IQ, parcheggiata nei pressi del civico 28 di via Riboty, avrebbe raggiunto ed ucciso la 65enne colombiana Maria Castano Torres in via Durazzo 38, nel seminterrato dove si prostituiva, a 600 metri dal luogo dei primi delitti, “dopo aver consumato anche con lei un rapporto sessuale” – si legge ancora negli atti della procura – accanendosi pure su di lei in maniera brutale, colpendola ripetutamente in numerose parti del corpo con un’arma da taglio“.