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Cambiamento climatico: rischio rincari per il 23% degli alimentari preferiti in Italia

 

Verdura fresca (Immagine di repertorio)
Verdura fresca (Immagine di repertorio) – Roma.Cronacalive.it

Uno studio sottolinea il rischio dell’aumento dei prezzi per beni come caffè, tonno, banane e cioccolato provenienti da Paesi vulnerabili.

Il 23% dei prodotti alimentari amati dagli italiani, tra cui caffè, tonno, banane e cioccolato, potrebbe subire un notevole aumento dei prezzi a causa del cambiamento climatico: è quanto emerge da un nuovo studio condotto da Christian Aid, organizzazione di soccorso e sviluppo affiliata a 41 chiese cristiane nel Regno Unito e in Irlanda.

Come spiega Christian Aid, questo aumento di prezzo è attribuito agli effetti del cambiamento climatico che stanno colpendo i Paesi in via di sviluppo, principali fornitori di molti prodotti presenti nelle liste della spesa delle famiglie italiane. Questi Paesi, infatti, stanno vivendo periodi di siccità, ondate di calore e inondazioni sempre più frequenti.

L’associazione sottolinea poi che sette dei 25 principali partner commerciali dell’Italia per le importazioni “sono Paesi con un’elevata vulnerabilità climatica e un basso grado di capacità di adattamento e sono Brasile, Vietnam, Ecuador, India, Argentina, Uganda e Colombia”.

Fondamentale investire nel clima

Esaminando poi la minaccia climatica sulle filiere alimentari in Regno Unito, Germania e Italia, il rapporto di Christian Aid evidenzia anche che la situazione “non può che peggiorare se i Paesi ricchi non manterranno la loro promessa di investire 100 miliardi di dollari per il clima e di raddoppiare i finanziamenti per le strategie di adattamento entro il 2050, come promesso alla Cop di Glasgow. Il prezzo del caffè importato dal Brasile, spiega il rapporto, “è aumentato a causa di una combinazione di siccità e gelate, attribuite al cambiamento climatico, che hanno contribuito a far scendere le riserve globali di caffè al livello più basso degli ultimi vent’anni. La produzione di tonno in scatola proveniente dalla Costa d’Avorio sarà seriamente influenzata dai cambiamenti climatici e la pesca intensiva, con ribassi fino al 36% entro il 2050″.

Infine, il co-direttore di Ecco – il Think tank italiano per il clima -, Luca Bergamaschi, rileva che “lo stile di vita degli italiani potrebbe essere radicalmente stravolto dagli impatti climatici. Per preservare la cultura tradizionale italiana è necessario intensificare gli sforzi a livello globale per raggiungere le emissioni zero e adattarsi a un nuovo clima“.