Terremoto in Marocco, rientrati i primi italiani
Arrivano i primi voli di ritorno dopo la forte scossa di terremoto in Marocco. Cittadini italiani stanno rientrando a Fiumicino.
Roma – Proseguono i rientri di cittadini italiani che si trovavano in Marocco dopo la fortissima scossa di terremoto di magnitudo 7 della scala Richter. L’epicentro del sisma è stata la regione di Marrakech e, secondo un primo bilancio, le vittime sono circa mille. L’unità di crisi della Farnesina si è messa subito al lavoro per contattare i cittadini italiani presenti nella regione e capire quali fossero le loro condizioni.
Ancora incredule molte delle persone appena atterrate a Fiumicino: “Non ci aspettavamo una cosa del genere – ha raccontato un uomo che era partito lo scorso 30 agosto con sua moglie – fortunatamente non eravamo lì, perché eravamo appena partiti per Casablanca. ma abbiamo comunque percepito il terremoto mentre eravamo a letto e ci siamo spaventati”. L’uomo ha poi riferito di essere stato contattato subito dalla Farnesina, che ha fornito loro i numeri di telefono dell’ambasciata a Rabat e del Consolato d’Italia a Casablanca.
Continuano ad atterrare a Ciampino i turisti italiani dal Marocco: “Siamo stati fortunati”
Sono moltissimi i racconti di paura da parte di molti italiani che, intervistati dopo l’atterraggio all’aeroporto di Ciampino di Roma. “Sono stati 30 secondi di puro terrore – ha raccontato una turista italiana rientrata con un gruppo di altri cittadini italiani da Marrakech – abbiamo pensato ad un attentato, ma poi ci siamo resi conto che si trattava di un terremoto”.
“Siamo stati fortunati – ha continuato la donna – il nostro albergo nella zona della Medina non è crollato, mentre altri più “economici” invece sì”. La donna ha raccontato di aver passato tutta la notte fuori e solo nella mattinata del giorno dopo sono riusciti a rientrare in hotel per recuperare i bagagli. “Per fortuna a me è andata bene. Sono di Ascoli Piceno e quindi sappiamo cosa fare in questi casi – ha raccontato un altro ragazzo – Ci siamo tenuti lontani dagli edifici e ci siamo recati in una piazza con un giardino. Abbiamo passato lì tutta la notte e poi abbiamo recuperato i bagagli al mattino seguente”.