Il vescovo Baldo Reina ha fatto visita alla madre dell’infermiera uccisa a Roma per esprimere il cordoglio e la solidarietà della diocesi.
Ieri sera il vicegerente della diocesi di Roma, il vescovo Baldo Reina, si è recato in visita all’anziana madre di Rossella Nappini, l’infermiera uccisa coltellate il 4 settembre scorso, per portare le condoglianze e la solidarietà di tutta la diocesi e per un momento di preghiera.
“Abbiamo bisogno di gridare basta! La vita umana non si tocca!“, ha esclamato il Vescovo spiegando che “non possiamo rimanere indifferenti di fronte al dilagare di tanta violenza che colpisce le donne! E’ una vera e propria mattanza che fa inorridire e che rivela come la cultura della morte ormai, come un nube oscura, stia avvolgendo tutto e tutti”.
C’è bisogno “di riprendere con coraggio la sfida educativa” e di “diffondere la cultura della vita e del bene“. “La Chiesa, per mandato del suo Signore, -ha detto Reina- ha il compito specifico di formare le coscienze; è una missione urgente dalla quale non possiamo sottrarci e che passa attraverso l’impegno di uomini e donne di buona volontà che credono nel Vangelo di Gesù Cristo e che si assumono la responsabilità di educare alla vita buona, di parlare con i figli e con i giovani per dire loro che il male si vince con il bene e che la violenza è sorella della morte“.
Un impegno che si deve concretizzare “nella catechesi, negli oratori, nella predicazione e in tutte le altre occasioni che ci vengono concesse”. “Abbiamo bisogno di coniugare i contenuti della fede con le sfide e le tragedie di questo tempo”, ha spiegato il vicegerente sottolineando che l’uccisione di Rossella Nappini deve essere assunta come una sconfitta “perchè non si può morire così!”.
“Ma sia anche l’occasione -ha aggiunto- per un sobbalzo di dignità e di coraggio perché sia affermata e difesa la sacralità della vita“. Infine, nel ribadire la propria vicinanza alla famiglia dell’infermiera, il vescovo Baldo Reina ha voluto fare un appello a tutti i credenti “affinché da questa morte possiamo risorgere nella testimonianza dell’Amore che avvolge la vita”.