Il Papa ha ricordato che il vero progresso non sta negli armamenti o nella ricchezza economica ma passa da salute ed educazione.
E’ terminato il viaggio apostolico in Mongolia del Santo Padre che, poco prima delle 12, è partito dall’aeroporto Chinggis Khan di Ulaanbaator alla volta di Roma dove arriverà intorno alle 17, ora italiana.
Come ultimo appuntamento questa mattina, prima di congedarsi, il Papa ha inaugurato la Casa della Misericordia. “È meraviglioso -ha detto- vedere che, dopo tanti secoli, lo stesso spirito permea la Chiesa in Mongolia: nella sua piccolezza, essa vive di comunione fraterna, di preghiera, di servizio disinteressato all’umanità sofferente e di testimonianza della propria fede”.
Una struttura, quella della Casa della Misericordia, che il Pontefice immagina “come il luogo dove persone di credo diversi, e anche non credenti, uniscono i propri sforzi a quelli dei cattolici locali per soccorrere con compassione tanti fratelli e sorelle in umanità“.
“Non è necessario essere ricchi per fare del bene, anzi quasi sempre sono le persone comuni a dedicare tempo, conoscenze e cuore per occuparsi degli altri”, ha sottolineato ricordando che il “volontariato può essere una via di crescita personale e sociale decisiva” anche nelle società altamente tecnologizzate dove, spesso, “il sistema della previdenza sociale da solo non basta a erogare tutti i servizi ai cittadini”.
“Il vero progresso delle nazioni, infatti, non si misura sulla ricchezza economica e tanto meno su quanto investono nell’illusoria potenza degli armamenti, ma sulla capacità di provvedere alla salute, all’educazione e alla crescita integrale della gente“, ha ricordato agli Operatori della Carità presenti all’incontro.