Uccisa a fucilate l’Orsa Amarena: identificato il responsabile | Marsilio: “Un atto gravissimo, la Regione Abruzzo si costituirà parte civile”
Ieri sera, l’Orsa Amarena è stata uccisa fuori dal Parco nazionale d’Abruzzo con una fucilata esplosa da un uomo che è stato identificato.
Intorno alle ore 23 di ieri sera, “l’Orsa Amarena è stata colpita da una fucilata esplosa dal signor L.A. alla periferia di San Benedetto dei Marsi, fuori dal Parco e dall’Area Contigua”. A riferirlo, su Facebook, il Parco nazionale d’Abruzzo.
“Sul posto sono prontamente intervenute le Guardie del Parco, in servizio di sorveglianza, vista l’area in cui Amarena era scesa coi suoi cuccioli. Sul posto -riporta l’annuncio- è intervenuto il veterinario del Parco con la squadra di pronto intervento, che però ha potuto accertare solo la morte dell’orso vista la gravità della ferita“.
Il responsabile del gesto “è stato identificato dai Guardiaparco e poi sottoposto ai rilievi a cura dei Carabinieri della locale stazione, intervenuti a seguito della chiamata dei Guardiaparco”. Il personale del Parco si è subito “impegnato a individuare i due cuccioli dell’orsa per valutare il da farsi”.
Nel corso della notte, inoltre, sono stati effettuati i rilievi per accertare la dinamica degli eventi. “L’episodio -si legge su Facebook- è un fatto gravissimo, che arreca un danno enorme alla popolazione che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco”.
“Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area Contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo”.
Marsilio: “Mai un orso in Abruzzo ha rappresentato un pericolo per l’uomo”
“La notizia dell’uccisione a colpi di fucile dell’orsa Amarena rappresenta un atto gravissimo nei confronti dell’intera Regione che lascia dolore e rabbia per un gesto incomprensibile. In tutti questi anni le comunità fuori e dentro ai parchi hanno sempre dimostrato di saper convivere con gli orsi senza mai interferire con le loro abitudini”.
Così il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, che in una nota ha invitato “le comunità locali e tutti i turisti a continuare ad osservare tutte le norme prescritte affinché gli animali presenti sul territorio possano vivere indisturbati nel loro habitat“.
“Mai un orso ha rappresentato in Abruzzo un qualunque pericolo per l’uomo, neanche quando si è trovato a frequentare i centri abitati”, ha sottolineato aggiungendo che “l’atto violento compiuto nei confronti del plantigrado non ha alcuna giustificazione“.
“Confidiamo nelle indagini che sono state avviate dalle forze dell’ordine e dai vertici del parco, che hanno già individuato il responsabile, affinché la giustizia faccia il suo corso. Sono pronto a costituire la Regione come parte civile contro questo delinquente per tutelare l’immagine e l’onorabilità della nostra gente“, ha fatto sapere in conclusione.
Pronta la denuncia dell’Enpa
Immediata anche la reazione dell’Enpa che ha dichiarato: “L’uccisione dell’orsa Amarena è un fatto di una gravità inaudita che ci riempie di dolore. L’uccisione a fucilate di un’orsa buonissima, amata da tutta la popolazione va purtroppo inserita in una stagione di odio e di paura ingiustificata contro i grandi carnivori, fomentata da certa politica, che attraversa incredibilmente il Paese da nord a sud”.
Carla Rocchi, Presidente Nazionale dell’Enpa, ha spiegato in una nota che “Amarena era un simbolo, un’orsa accettata da tutta la comunità del Parco, un esempio di sana e rispettosa convivenza tra uomo e animali selvatici. Una mamma, tra l’altro, con cuccioli”.
“Basta con questo clima diffuso di odio e di paura contro i grandi carnivori, primi fra tutti orsi e lupi. Gli insopportabili provvedimenti ammazza-orso del Trentino e la volontà di dare mano libera agli amministratori locali nella condanna a morte di orsi e lupi, in queste ore riecheggiano tristemente nelle valli dell’Abruzzo: solo ipotizzare di uccidere un selvatico perché lo si ritiene dannoso o pericoloso significa avallare culturalmente la possibilità (o peggio la necessità) di premere il grilletto”, ha detto aggiungendo che l’Enpa presenterà “denuncia per uccisione di animali e si costituirà parte civile chiedendo il massimo della pena” nei confronti dell’autore “di questo terribile biocidio“.
“Ma occorre rendere adeguata ai tempi la norma sul bracconaggio: le pene per i bracconieri sono insufficienti. Per questa ragione -ha aggiunto- occorre immediatamente mettere mano alla norma e inasprire le pene: il bracconaggio deve diventare un delitto e prevedere sicuramente il carcere”.
“Siamo vicini al Parco, ai suoi dirigenti e alla sua comunità per questo che è un vero lutto anche per tutti noi“, ha detto in conclusione ringraziando le “Guardie del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e ai Carabinieri che sono subito intervenuti sul posto e identificato lo sparatore”.
Aidaa: “Una notizia che ci riempie di indignazione e sgomento”
L’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente Aidaa, commentando a caldo l’episodio, ha detto: “Oggi ci siamo svegliati con una notizia grave e triste che ci riempie di indignazione e sgomento, quella dell’uccisione dell’orsa Amarena, ammazzata a fucilate da un uomo identificato dai guardia parco e sottoposto ad accertamenti da parte dei carabinieri”.
“La notizia -ha aggiunto- è in sé talmente improvvisa e scioccante che ci lascia senza parole ma con alcune domande, innanzitutto quali sono le motivazioni per cui questo uomo ha imbracciato il fucile e sparato all’orsa e poi cosa ne sarà dei cuccioli dell’orsa uccisa alle porte del Parco di Abruzzo e Lazio?”.
“L’unica immediata richiesta che ci sentiamo di fare è quella della carcerazione immediata del responsabile di questa uccisione, quest’uomo non può e non deve restare a piede libero“, ha dichiarato.