Home » Roma, dopo il definanziamento la Circle-Line resta un sogno?

Roma, dopo il definanziamento la Circle-Line resta un sogno?

Stazione Vigna Clara. Roma-CronacaLive.it
Stazione Vigna Clara. Roma-CronacaLive.it

Per Bonesso, Verdi-Sinistra, si allontana la realizzazione dell’Anello Ferroviario. Il Mit, invece, smentisce

In barba alle rassicurazioni del ministro Matteo Salvini, il consigliere capitolino di Verdi-Sinistra, Ferdinando Bonessio, lancia il suo allarme: ‘‘L’annuncio di una manovra di bilancio che dovrà fare i conti con penuria di risorse e severi vincoli di spesa, unitamente alla decisione del Ministro Salvini di rimodulare il finanziamento della chiusura dell’Anello Ferroviario di Roma proprio con i fondi di una legge improntata all’austerity – dichiara Bonesso – mi induce a pensare che anche questa volta i cittadini romani non vedranno la realizzazione di una opera fondamentale per il futuro della Capitale e che diventa strategica e irrinunciabile in vista della costruzione del nuovo stadio della Roma”.

Se ne parla da anni, dell’Anello Ferroviario della Capitale e, finalmente, con i fondi del Pnrr, sembrava che il sogno potesse diventare realtà.

Ma la rimodulazione di 2,5 miliardi dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza voluta dal minisero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha fatto scattare campanelli d’allarme un po’ dappertutto.

Definanziate le tratte Vigna Clara-Tor di Quinto, Cesano-Vigna di Valle, Capannelle-Ciampino e Bagni di Tivoli-Guidonia

Roma, Anello Ferroviario. Fonte: Roma Capitale, sito istituzionale
Roma, Anello Ferroviario. Fonte: Roma Capitale, sito istituzionale

Riattivata la linea Vigna Clara – Valle Aurelia  (con tanto di raddoppio previsto entro il 2025),  ecco che  il definanziamento di 175 milioni per la tratta Vigna Clara – Tor di Quinto rischia di trasformare l’opera in una nuova incompiuta, con tutto il settore nord scoperto e una linea circolare interrotta. Quel che resta dei 382 milioni di euro impegnati, non sono minimamente in grado di garantire anche la tratta definanziata.

Secondo l’informativa che il ministero per i Trasporti e le Infrastrutture ha trasmesso al Cipess, la sforbiciata da 2 miliardi e mezzo di euro dovrebbe interessare solo gli interventi che non possono essere messi a bando entro il 2023.

Per il completamento dell’ Anello Ferroviario, stando al documento,  salterebbero 234 milioni per la tratta Cesano-Vigna di Valle sulla Roma Viterbo, 179 milioni per l’ampliamento ( per 4) della Capannelle-Cimapino e, infine, 76 milioni per la fase B del raddoppio Lunghezza-Guidonia, nella tratta che va da Bagni di Tivoli a Guidonia Mentecelio.

Le somme recuperate dovrebbero finire a beneficio di altre opere di “fabbisogno urgente“.

Ma il Mit non ci sta e in una nota precisa e sottolinea che non ci sono cantieri bloccati né penalizzazioni di sorta; anzi, al contrario, il cronoprogramma sarà regolarmente rispettato e nel 2024 tutti gli impegni di finanziamento saranno garantiti. “Le risorse che saranno spostate a breve – si legge – verranno subito riproposte, perché solo dall’anno prossimo potranno essere spese“.

Nonostante le rassicurazioni del ministero retto da Matteo Salvini, però, un coro di preoccupazioni si leva dalle fila dell’opposizione.

Azione, per voce della deputata Valentina Crippo e del consigliere capitolino Francesco Carpano sottolineano che “la chiusura dell’anello è fondamentale, combatteremo in parlamento e in consiglio comunale per correggere una scelta del Mit che non condividiamo“. E concludono: “Portare la rete dell’alta velocità su Fiumicino, aumentare l’offerta ferroviaria ai romani, potenziare la logistica del trasporto merci sono tutti benefici che la Capitale perderebbe se venisse rinviata la realizzazione di un’opera strategica che si attende da decenni“.

Anche il presidente del Municipio XV, Daniele Torquati, esprime preoccupazione: “Una scelta poco seria del governo, che ha trasferito gli stessi fondi per altre opere al nord e che dimostra ancora una volta il poco interesse per le periferie romane e per la loro crescita. La promessa – conclude Torquati – è che gli stessi fondi saranno reinseriti nella legge di bilancio di fine anno, ma noi alle promesse preferiamo i fatti e per questo non resteremo a guardare. Per il nostro territorio e per Roma”.

Risponde a stretto giro il gruppo consiliare capitolino della Lega: “Per il 2024 – si legge – c’è già l’impegno del Mit per le opere previste garantendo il rispetto dei cronoprogrammi. Le risorse sono assolutamente garantite e solo dall’anno prossimo potranno essere spese: alcuni progetti sono immediatamente cantierabili, altri ancora no. Per l’anello ferroviario questa è la volta buona.