Continua a far discutere la questione dei topi a Roma. Sul tema, sono intervenuti il ministro Sangiuliano e gli assessori Onorato e Alfonsi.
“Io ho immediatamente telefonato al sindaco di Roma dicendo a chiare lettere che la situazione è intollerabile. Bisogna fare di più”, ha dichiarato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, in un’intervista al Tg Lazio.
Il riferimento è ai video circolati, nei giorni scorsi, sui social in cui si vedono i topi girare tranquillamente tra i turisti del Colosseo.
Una situazione di degrado secondo il ministro che ha spiegato: “È vergognoso che l’area archeologica più importante al mondo versi in queste condizioni: quell’area non è di pertinenza del Ministero della Cultura ma del Comune di Roma, ma è il tema non è chi è competente”.
“Siamo pronti a farci carico noi di quell’area”, ha detto annunciando la convocazione di un tavolo.
Immediata la replica dell’assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti di Roma Capitale, Sabrina Alfonsi: “Voglio sgomberare il campo da qualsiasi dubbio: Roma non è una città invasa dai topi. Chi descrive una città assalita giorno e notte da ratti di ogni taglia non fa bene né a Roma né all’Italia”.
“A Roma i topi ci sono. Ci sono sempre stati e, temo, sempre ci saranno. E’ così in tutte le metropoli al mondo. In tutte le città con un grande corso d’acqua e con un capillare sistema fognario”, ha spiegato precisando che l’area del Colosseo è tra quelle che presenta storicamente il minor numero di segnalazioni.
Proprio al Colosseo, già nella mattinata di ieri, “la responsabile dell’ufficio Specie Sinantrope e Problematiche, una biologa stimata e di grande esperienza, ha effettuato un primo sopralluogo finalizzato all’individuazione di tane“.
“Molto probabilmente, così ci dice la nostra esperta, l’uscita ‘anomala’ di ratti coincide con i lavori che il Parco Archeologico del Colosseo sta svolgendo sulla piazza e più precisamente, come riporta il loro sito web, per lo scavo del settore sud e dei due ambulacri crollati. Questo stesso fenomeno, normalissimo, -ha detto l’assessora Alfonsi- accade spesso in concomitanza di scavi, cantieri e movimentazione terra. I ratti, spaventati da operazioni nuove, escono per cercare le nuove tane”.
“A proposito di tane, l’Ufficio ha già provveduto a collocare un potente rodenticida nei punti non interessati dal passaggio delle persone“, ha aggiunto.
Intanto, ha fatto sapere l’assessora, nella mattinata di oggi , martedì 29 agosto, è previsto il posizionamento delle esche di cattura nei tombini di tutta l’area. Nel pomeriggio, invece, insieme al direttore generale di Ama, Alessandro Filippi, e al direttore del Dipartimento Tutela Ambientale, Giuseppe Sorrentino, avrà luogo il primo incontro con la direttrice del Parco Archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo, “per studiare le azioni da mettere in campo congiuntamente”.
“Dispiace che il ministro Sangiuliano sottolinei soltanto un aspetto negativo senza notare l’enorme sforzo profuso dell’amministrazione per arrivare a questi numeri nel turismo della capitale dopo anni di stallo per il settore”. Così Alessandro Onorato, assessore di Roma Capitale a Turismo, moda, grandi eventi e sport.
“Purtroppo da New York a Londra , da Parigi a Milano il problema dei topi storicamente affligge le grandi città -ha detto Onorato- sarebbe forse più corretto e costruttivo lavorare insieme per dare lustro alla Capitale d’Italia e valorizzarne tutti gli aspetti, assegnando a Roma risorse adeguate e analoghe a quelle delle altre grandi capitali per migliorare la pulizia e il decoro“.
“Una critica di questo tipo sarebbe comprensibile se avanzata da un turista, meno se a sollevarla è il ministro della Cultura. Ve lo immaginate il Sottosegretario di Stato alla Cultura britannico criticare Londra perché ci sono troppi topi?”, ha aggiunto spiegando che il vero interesse dei turisti è sapere “quando potranno pagare il biglietto del Colosseo senza subire il bagarinaggio online che triplica il prezzo e che soprintendenza di Stato e ministero della Cultura sembrano non voler vedere. Questa si che è un’emergenza che danneggia l’Italia e la credibilità di Roma”.
Infine, Onorato ha voluto ricordare che “Roma quest’anno batterà ogni record sugli arrivi turistici“: “Questo non è frutto del caso ma del lavoro della nostra amministrazione. Siamo tornati ad essere la capitale dei grandi eventi sportivi e concertistici, togliendo al Nord Italia e ad altre metropoli europee appuntamenti che ora arricchiscono l’economia cittadina, generano occupazione, creano nuovi flussi turistici e offrono un’immagine moderna che Roma aveva mai perso”.
I ratti al Colosseo, il serpente al San Camillo e, non ultimi, due daini avvistati nella zona Nord della Capitale: non si fermano le segnalazioni da parte dei cittadini per quella che è avvertita come una vera e propria emergenza.
Bruno Cignini, zoologo e docente presso l’Università Tor Vergata di Roma, ha spiegato all’Adnkronos che “in estate, in città, ci sono meno persone e quindi meno rifiuti, che per gli animali significa meno cibo. Questo fa sì che alcune specie, ad esempio i topi, escano più spesso dai loro habitat per andare alla ricerca di alimenti, accrescendo il numero di avvistamenti“.
Roma, secondo l’esperto, è un caso particolare anche in ragione della sua estensione: “Parliamo di una città molto grande, 130.000 ettari, ricca di ambienti naturali (ben 22 parchi, per non parlare poi delle ville storiche) e con un reticolo idrografico che poi si ricollega alle zone verdi presenti sul territorio”.
“Tutto ciò fa sì non solo che molte specie trovino un habitat idoneo al loro sviluppo, ma che possano muoversi attraverso queste aree raggiungendo facilmente la città. Un esempio sono i cinghiali, che ormai in tutta Italia sono quasi 2 milioni e a Roma causano i disagi che ben conosciamo, ma non solo, abbiamo avuto anche avvistamenti di lupi. Poi ci sono i ratti, con le recenti segnalazioni, da parte dei turisti, in pieno centro storico“.
Secondo Cignini, quello dei topi, è un problema che va risolto alla base. La derattizzazione annunciata dall’assessora Alfonsi, dunque, potrebbe non essere sufficiente: “Quando parliamo di topi bisogna eliminare i fattori che determinano la presenza di questi animali. Con la disinfestazione noi interverremmo sul 5-10% della popolazione dei ratti, ma mettiamo anche il caso che potessimo eliminarne il 70% invece, i topi hanno una capacità riproduttiva vastissima, aumentano a seconda di quanto cibo trovano nell’ambiente circostante, quindi nell’arco di un mese, a Roma, ripristinerebbero il numero originale. Se noi eliminiamo il cibo, invece, i ratti finirebbero per uccidersi a vicenda”.
La soluzione, per Cignini, è dunque quella “da una parte di ridurre le risorse trofiche, dall’altro di intervenire sul sistema fognario, dove questi animali vivono”. Occorre, inoltre, risolvere il problema della “raccolta dei rifiuti riscontrata da Ama” e “l’incuria dei cittadini che magari non si preoccupano di buttare l’immondizia nei cassonetti” o che “lasciano proprio gli avanzi di cibo per nutrire gli animali, magari gatti randagi”.
Tutte azioni che vanno a beneficio di altre specie: “Una volta che un animale ha trovato cibo facile ritorna nello stesso posto anche tutti i giorni, si tratta di un processo biologico naturale: per lui è più comodo andare in un posto in cui il cibo è più accessibile”.
Infine, riferendosi al serpente trovato al San Camillo, l’esperto ha voluto ricordare che alcune specie, benché possano far paura, non vanno mai eliminate: “I rettili sono specie protetta. C’è una legge regionale, la Legge 18, che li protegge tutti (tranne le vipere). Questi animali fanno parte della biodiversità e sono dei disinfestatori naturali di ratti. Capisco che l’incontro ravvicinato con uno di loro, come è successo recentemente al San Camillo di Roma, possa far paura ma bisognerebbe imparare a gestirla riconoscendo l’importanza dei rettili nel nostro ecosistema”.