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Roma, la storica edicola di piazza Colonna diventa telematica

L'ex premier Enrico Letta all'edicola di piazza Colonna
L’ex premier Enrico Letta all’edicola di piazza Colonna. Archivio Ansa. Roma-CronacaLive.it

Operai al lavoro per trasformare la storica edicola di piazza Colonna, punto di transito del potere politico, in un infopoint telematico.

Sembra essere lì da sempre, l’edicola in piazza Colonna, a due passi da Palazzo Chigi e da Montecitorio e di fianco alla redazione de “Il Tempo”: ora si sta trasformando in un centro di servizi online e gli operai già sono al lavoro.

Deputati e senatori, uomini di governo e habitué dei palazzi del potere hanno frequentato, per anni, il gabbiotto testimone del  movimento vorticoso e, paradossalmente, dell’immobilismo del mondo della politica.

Facce nuove diventate, presto, vecchie e volti noti, passati da un ruolo all’altro, hanno lasciato le loro monete nelle mani di una delle tante generazioni di Mondini, gli storici edicolanti o,  semplicemente, si sono incontrati – più o meno casualmente – lì davanti.

La chiusura forzata della piazza dopo l’attentato al premier Enrico Letta, nel giorno del suo giuramento

L'edicola di piazza Colonna, con l'ex premier Enrico Letta di spalle. Archivio Ansa. Roma-CronacaLiv
L’edicola di piazza Colonna, con l’ex premier Enrico Letta di spalle. Archivio Ansa. Roma-CronacaLiv

Di primissimo mattino, con le mazzette dei giornali ancora caldi di stampa, ecco la fila dei portaborse per comprare l’ultima edizione con l’intervista del politico di turno. Tutto questo, però, succedeva un’era geologica fa, quando l’informazione odorava ancora d’inchiostro e la parola “social” era solo un inglesismo da intellettuali.

Era una locuzione frequente, nelle veline “scappate” dalle stanze del potere, quell’ “incontrato davanti all’edicola”: un ago in un pagliaio perché tutti, ma proprio tutti, almeno una volta al giorno, passavano di lì. E molti ne approfittavano per una chiacchierata, al riparo dalle mille orecchie nascoste nel Transatlantico o a Palazzo Chigi.

Davanti alla sede della redazione de “Il Tempo”, il piccolo chiosco di giornali ha assistito all’attentato al premier Enrico Letta, nel giorno del suo giuramento, nell’aprile del 2013, in cui il presidente del Consiglio rimase illeso ma non così i due carabinieri, Giuseppe Giangrande e Francesco Negri.

Quell’episodio costò non poco all’edicola: tutta la piazza venne chiusa da una cintura di sicurezza ed anche il chiosco fu transennato: in pochi potevano passare da quel punto e gli affari ne risentirono. Fu Matteo Renzi, una volta sostituitosi a Letta a capo del governo, a far sì che cadessero tutte le limitazioni e a restituire piazza e gabbiotto a passanti, curiosi e turisti.

Adesso, dopo i souvenir e i gadget per viaggiatori, l’ennesima trasformazione: l’edicola dei potenti diventa telematica. Il punto di osservazione, però, rimane lo stesso: e tutto quello che gira intorno al potere passa ancora da lì.