Roma, via Cristoforo Colombo è una strada killer
La Colombo è una delle arterie più pericolose della viabilità romana, a causa della elevata velocità tenuta dagli automobilisti.
Nella notte l’incidente costato la vita ad un 19enne in scooter, dieci giorni fa la morte di Saverio Piccioni, titolare del Kursaal di Ostia: e, prima, anche l’uccisione di un ragazzo di 18 anni, Francesco Valdiserri, falciato da un’auto mentre camminava sul marciapiede in compagnia di un amico.
Per quest’ultimo caso di omicidio stradale è stata condannata, nel luglio scorso, la 24enne Chiara Silvestri, alla guida, dopo aver bevuto, della vettura che uccise il ragazzo: le analisi ne rilevarono un tasso alcolemico tre volte superiore al consentito mentre viaggiava a velocità decisamente superiore al consentito. Per lei, 5 anni di carcere dopo il rito abbreviato.
Quanto a Saverio Piccioni, titolare di uno degli stabilimenti balneari più noti di Ostia, era a bordo del suo scooter, quando è deceduto in seguito all’ennesimo incidente.
Nell’agosto del 2015, lungo via Cristoforo Colombo, perse la vita i manager Claudio Salini dopo essersi schiantato, al volante della sua Porsche, contro un albero.
Rapporto Lumsa: “Roma, 3 incidenti ogni ora e 100 morti all’anno sulle strade”
Gli ultimi fatti riguardano l’incidente di questa notte, in cui ha perso la vita un giovane di 19 anni, alla guida di uno scooter elettrico che viaggiava in compagnia di una ragazza di soli 18 anni, ricoverata al San Camillo in gravi condizioni. La procura ha aperto un fascicolo per stabilire la dinamica dei fatti e le eventuali responsabilità.
Alta velocità, principalmente, ma anche buche, sconnessioni del manto stradale dovute alle radici degli imponenti alberi che ombreggiano l’arteria, sono le principali cause che assegnano a via Cristoforo Colombo una delle maglie più nere della viabilità romana.
Guidare a Roma, però, non è pericoloso solo percorrendo via Colombo: uno studio dell’Università Lumsa assegna alla Capitale un tristissimo record: 3 incidenti stradali ogni ora che provocano circa 100 morti all’anno.