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Ascoli, l’ultimo saluto a Carletto Mazzone

nella Chiesa di San Francesco a Piazza del Popolo, Ascoli Piceno
I funerali di Carlo Mazzone nella Chiesa di San Francesco a Piazza del Popolo, Ascoli Piceno, 21 agosto 2023. Roma-CronacaLive.it

Tifosi, calciatori, amici e sconosciuti intonano cori e accarezzano la bara per l’ultimo saluto a Carlo Mazzone, vicini alla moglie Maria Pia

La Chiesa di San Francesco, ad Ascoli, è talmente zeppa di persone che un maxischermo è stato allestito fuori, per permettere a tutti gli amici di Carletto Mazzone di salutarlo un’ultima volta.

La macchina fende in due la folla e le mani si allungano per un’ultima carezza, mentre sorreggono bandiere e striscioni con cui è stato salutato il viaggio finale di “Carlé”, un uomo la cui umana integrità è stata riconosciuta unanimemente ben prima della sua scomparsa, avvenuta lo scorso 19 agosto ad 86 anni.

Ci sono i cori, a salutarlo, le bandiere, gli applausi: della “sua” Ascoli, di cui era cittadino onorario, certo ma, idealmente, di tutte le città di cui ha allenato le squadre, degli avversari che sempre lo hanno rispettato.

“La vita è come il pallone, prima si gonfia e poi si sgonfia”

Funerali di Carlo Mazzone, l'arrivo del feretro. Roma-CronacaLive.it
Funerali di Carlo Mazzone, l’arrivo del feretro. Roma-CronacaLive.it

In prima fila il sindaco di Ascoli, Marco Fioravanti e Francesco Acquaroli, il presidente della Regione. Sulla bara, fiori e le maglie di alcune delle squadre che ha allenato. Spicca quella del Brescia in cui, nelle tante interviste, Mazzone diceva di aver lasciato un pezzo di cuore, unito a quello di Roberto Baggio. Dal Cagliari una delegazione, con Roberto Muzzi a guidarla, ex calciatore di Mazzone e tantissimi colleghi: Serse Cosmi, Walter Novellino, Enrico Nicolini

Officiano il vescovo Gianpiero Palmieri e l’arcivescovo emerito Piero Coccia. “Oggi, in questa chiesa – esordisce mons. Palmieri – ci sentiamo una grande famiglia composta da tante città che riconoscono Carlo come un padre. Non è facile salutare un padre ma lo faremo con gratitudine“.

In prima fila, la famiglia: la moglie, Maria Pia ed i figli, Sabrina e Massimo e i nipoti. Tutt’intorno, i rappresentanti delle squadre di calcio, i ragazzi delle giovanili in tuta, Ascoli e Roma, soprattutto. E gli stendardi della Fiorentina, del Bologna, la maglia del Perugia, quella del Brescia, la sciarpa bianconera dell’Ascoli.

“In un calcio spesso pieno di opportunismi – ha sottolineato mons. Coccia – Carletto non aveva scheletri nell’armadio e il suo modo di essere stato libero e onesto deve essere un esempio per tutti noi”. E ancora: “Ai suoi giocatori amava ricordare – ha concluso – che la vita è come il pallone che prima si gonfia e poi si sgonfia. Ascoli deve essere eternamente grata a Carlo Mazzone”.