Appello corale di Coldiretti, Codacons, Ferdecontribuenti e Assoutenti: “Stop alle accise, rischio rincari su tutti i beni”.
Fare rifornimento in autostrada costa sempre di più: in self-service ,un litro di verde costa in media 2,019 euro (il prezzo medio del bollettino Mimit era 2,014 il 14 agosto) e il gasolio 1,928 euro al litro (1,921 aggiornato alla vigilia di Ferragosto).
La Puglia ha la maglia nera del prezzo più alto (1,969 euro un litro di benzina) mentre la regione con il rifornimento più “a buon mercato” – si fa per dire – sono le Marche con 1,924 euro per litro di verde.
Il problema è particolarmente sentito da chi si muove per le vacanze, certo: in realtà, però, è un salasso per le tasche di tutti i consumatori perché il trasporto gommato è il più diffuso per la distribuzione delle merci, con conseguente aumento dei prezzi sull’utente finale.
Il Codacons è sul piede di guerra. Annunciando di voler denunciare – a 104 procure e alla Guardia di Finanza – il Ministero dell’Economia e delle Finanze, con tanto di diffida a “congelare gli introiti delle accise, 2,2 miliardi che rappresentano un’appropriazione indebita e una speculazione da aggiotaggio nei confronti dei consumatori“.
Federcontribuenti invoca, come tutti del resto, il taglio delle accise: “Il prezzo della benzina – fa sapere l’associazione – può calare di 20 centesimi senza conseguenze negative per le casse dello Stato“. E rincara la dose con una “operazione verità” sul prezzo dei carburanti: un adesivo sui distributori con lo slogan “Metà del tuo pieno va in tasse allo Stato”. “Su due euro di costo al litro della verde il totale delle accise arriva a 98 centesimi – continua Federcontribuenti – a cui viene applicata una imposta sul valore aggiunto di 20 centesimi. Una tassa sulle tasse. Agli esercenti della pompa se tutto va bene vanno solo 4 centesimi al litro“.
Accise nel mirino anche per Assoutenti: “Le casse statali stanno guadagnando miliardi di euro grazie agli aumenti“. Quindi suggerisce al governo di tagliare le accise assorbendo la riduzione con gli extraprofitti incassati negli ultimi mesi.
Ma non è solo il portafoglio di automobilisti ed autotrasportatori ad essere svuotato: il rincaro dei carburanti si riverserà anche sui prezzi al dettaglio di beni e servizi, se è vero che, in Italia, l’88% delle merci viaggia su ruote.
Coldiretti stima che il costo medio a chilometro per le merci del trasporto pesante nel nostro Paese vale 1,12 euro/km, mentre per la vicina Francia il costo è pari a 1,08 euro/km e per l’inarrivabile Germania 1,04 euro/ chilometro. Significa che da noi la logistica costa 11% in più della media dei nostri Paesi di riferimento.
E la bufera del caro-carburante sconquassa anche la politica, già in formazione di guerra con il “salario minimo”.
Gli strali delle opposizioni sono tutti per Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy e uomo di riferimento della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Senza le accise, la benzina in Italia costa meno che in altri Paesi europei“, è la sintesi delle dichiarazioni del ministro meloniano.
“Vive su Marte“, dice di lui Emma Pavanelli, M5S, e chiede al governo di “lavorare pancia a terra per abbassare le accise come promesso da FdI in campagna elettorale“.
Fanno eco i renziani Raffaella Paita e Luigi Marattin: “Le accise, dopo il taglio di Draghi, sono state reintrodotte dal suo governo“.
Quanto al PD, Antonio Misiani inchioda l’esecutivo alle parole di Matteo Salvini nel febbraio scorso: “Il 2 davanti (riferito al prezzo di un litro di carburante, ndr) non lo si vedrà più“. Non è andata proprio così, però.