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Concerto Travis Scott, marito vittima Corinaldo: “Garantire condizioni ordine e sicurezza, solo così non si rischia di morire schiacciati”

Paolo Curi, marito di Eleonora rimasta uccisa nella strage di Corinaldo – CronacaLive ediz. Roma

Il marito di una delle vittime di Corinaldo, parlando del concerto di Travis Scott, ha ricordato l’importanza delle normative di sicurezza.

Eventi che sembrano tristemente ripetersi. Lo scorso 7 agosto a Roma, durante il concerto del rapper statunitense Travis Scott, uno spray al peperoncino ha intossicato 60 persone.

Momenti di tensione che, fortunatamente, non hanno registrato morti ma che ricordano quanto successo nella discoteca ‘Lanterna Azzurra’ di Corinaldo, in provincia di Ancona, nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018. In quell’occasione, a causa dello spruzzo di uno spray urticante, 5 adolescenti e una mamma morirono schiacciati dalla calca.

Una tragedia che sembra non aver insegnato niente: “Sentendo la notizia dei 60 intossicati al Circo Massimo per lo spray al peperoncino, mi vengono spontanee due riflessioni, la prima è che la mamma degli stupidi è sempre incinta, e poi che cose di questo tipo sono inevitabili, al pari delle rapine o degli omicidi: sono cose che si ripeteranno, che non si fermano nemmeno davanti alle tragedie”.

A dirlo, su Adnkronos, è Paolo Curi, marito della 39enne Eleonora Girolimini che rimase uccisa nella strage di Corinaldo.

L’uomo, commentando l’episodio avvenuto a Roma, ha voluto precisare che “se una esibizione avviene in condizioni di ordine e con un numero regolare di spettatori, non si rischia di morire schiacciati”.

Rispettare le normative per evitare una nuova Corinaldo

“Ricordo ancora quanto la sera del disastro con mia moglie ci sembrava pericoloso quel posto, se fosse successo qualcosa”, ha detto Paolo Curi spiegando che “questi ragazzini fuori di testa continueranno a spruzzare peperoncino e a fare gesti incontrollabili e impossibili da prevedere”.

“Spetta a noi grandi -ha continuato- tamponarne le conseguenze più gravi, garantendo in casi come questi l’ordine e la sicurezza negli eventi, il rispetto delle condizioni di permanenza in un locale, delle normative più elementari per scongiurare affollamenti”.

“Oggi -ha concluso- mi auguro che si lavori senza sosta perché nessuno debba più morire a un concerto, in discoteca. Mia moglie non me la ridarà più nessuno, ma che almeno il nostro dolore possa servire“.