Marcello De Angelis ha commentato la bufera suscitata dalle sue parole sulla strage di Bologna del 2 agosto 1980.
“Ho espresso il mio dissenso. E sono finito sul rogo. Da uomo libero”. Così Marcello De Angelis, responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio, ha commentato le polemiche e le reazioni scoppiate in seguito alle sue dichiarazioni sull’attentato alla Stazione Centrale di Bologna (2 agosto 1980).
“Come ogni libero cittadino di questa Nazione, -ha scritto su Facebook- ho esercitato il diritto di esprimere la mia opinione su un evento solstiziale della nostra storia, fondata su decenni di inchiesta svolta come giornalista e parlamentare. E, certo, non lo nego, animato dalla passione di chi ha avuto un fratello morto, vittima di uno degli accertati depistaggi orditi per impedire l’accertamento della verità, con l’utilizzo della falsa testimonianza del massacratore del Circeo Angelo Izzo“.
“E quindi -ha continuato- con il diritto personale e familiare di chiedere di approfondire ogni analisi finché non sia dissipato qualunque dubbio”.
Nel ribadire di non aver paura delle conseguenze, De Angelis ha concluso: “Se dovrò pagare per questo e andare sul rogo come Giordano Bruno per aver violato il dogma, ne sono orgoglioso”.