Si dovrà attendere l’esito degli ulteriori accertamenti disposti dalla Procura per capire le cause della morte del giornalista.
Gli esami medici svolti finora, ovvero la Tac e l’autopsia, non hanno fornito una certezza sulla causa della morte del giornalista Andrea Purgatori, ma l’ipotesi delle ischemie rimane ancora in considerazione. La Procura di Roma ha disposto ulteriori accertamenti che saranno effettuati il 6 settembre per approfondire la questione.
Come affermano i legali della famiglia, dunque, “solamente dopo il termine delle operazioni autoptiche sarà possibile confermare o smentire ogni ipotesi investigativa, comprese le ischemie”.
Le tracce ischemiche al cervello erano state rilevate in un successivo esame cui Purgatori si era sottoposto dopo la prima diagnosi di tumore con metastasi ai polmoni e al cervello.
Tutte le perizie disposte dai magistrati della Procura di Roma Sergio Colaiocco e Giorgio Orano mirano a stabilire se ci sia stato “un errore di esecuzione nella concreta pratica sanitaria”, ovvero se ci siano stati errori nella diagnosi e nelle cure ricevute dal paziente, che potrebbero aver influenzato le sue aspettative di vita.
I pubblici ministeri, nel loro sforzo di ottenere chiarezza sulla morte di Andrea Purgatori, stanno cercando di ricostruire, anche attraverso il sequestro delle cartelle cliniche, gli ultimi tre mesi della sua vita, durante i quali ha ricevuto cure in diverse strutture sanitarie e consultazioni mediche con esiti contrastanti.
Secondo quanto riferito dai familiari del giornalista, che hanno presentato una denuncia presso la Procura, ci furono divergenze di opinioni riguardo all’interpretazione della Tac tra il professor Gianfranco Gualdi, direttore della Radiologia d’urgenza del policlinico universitario Umberto I di Roma e responsabile della radiologia della clinica Pio XI, il quale aveva diagnosticato le metastasi, e il professor Alessandro Bozzao, ordinario di Neuroradiologia alla Sapienza, che invece sosteneva la presenza di tracce di ischemia. Anche presso un centro clinico a Rozzano, a cui Purgatori si era rivolto, vennero espresse opinioni divergenti riguardo alla presenza di metastasi nella Tac.
Per quanto riguarda i primi risultati dell’esame autoptico, condotto dal professor Luigi Marsella dell’università di Tor Vergata, si è parlato di un decesso associato a un “problema cardiopolmonare”, ma al momento non ci sono certezze riguardo a una presunta infezione, una pericardite settica. Anche su questo punto, i periti si riservano di fornire chiarimenti una volta completati gli esami.
Nell’inchiesta sono indagati per omicidio colposo i professori Gianfranco Gualdi e Claudio Di Biasi della clinica privata Pio XI, entrambi difesi dall’avvocato Fabio Lattanzi, che lo scorso maggio avevano diagnosticato al giornalista un tumore avanzato con metastasi al cervello. La famiglia di Purgatori sta dunque attendendo il termine di tutti gli accertamenti per ottenere una conferma definitiva riguardo alla causa della morte.