Roma, contro il caldo i medici di famiglia chiedono di riattivare le Usca-r nel Lazio
L’appello dei medici di famiglia per avere un alleato in più contro il caldo. “Nel Lazio sono state liquidate senza riflessione”.
Roma – Sono giorni di caldo insopportabile in tutto il Paese e le previsioni del meteo non fanno ben sperare per i giorni a venire, almeno per il Centro Sud. La situazione è particolarmente grave nel Lazio, dove la sola città di Roma ha fatto registrare più volte temperature oltre i 40°C.
L’appello dei medici di famiglia di Roma, dunque, è quello di riattivare le Usca-r, ovvero le strutture di supporto che permettono di effettuare interventi a domicilio presso le case delle persone più fragili. Un sistema particolarmente utilizzato durante i mesi di pandemia del Covid, ma poi messo da parte. Ora, però, potrebbe rappresentare una soluzione valida per dare maggiore supporto a chi risulta essere in difficoltà per via del caldo.
“Liquidate senza riflessione”
Secondo il segretario provinciale della Fimmg Roma (Federazione italiana medici di famiglia) Luigi Bartoletti, la Regione Lazio “ha liquidato il 30 giugno le Usca-t con un semplice atto burocratico”. Per Bartoletti, invece, questo strumento ha dimostrato di essere particolarmente importante per effettuare interventi a domicilio e ridurre gli accessi presso i pronto soccorso.
“Una scelta presa senza alcuna riflessione – continua Bartoletti – su efficacia e informazioni relative alla struttura”. Per il presidente Fimmg, infatti, le Usca-r sono rappresentano uno strumento agile che riesce a supportare la Asl nel loro lavoro, soprattutto in situazioni di emergenza come ad esempio l’ondata di calore che si sta verificando in tutto il Paese. Tuttavia, a seguito della circolare del ministero che raccomanda alle Regioni proprio di riattivare le Usca-r, potrebbe esserci lo spazio per tornare indietro e rivedere la decisione, riattivando il processo. Una scelta, secondo Bartoletti, che risponderebbe alle semplici regole del “buon senso”.