Cronaca

Contrabbandavano carburante: 15 misure cautelari eseguite dalla Procura

Uomini della Guardia di Finanza scoprono un contrabbando di carburante (Immagine di archivio Ansa) – Roma.Cronacalive.it

Un traffico illecito di carburante per veicoli di circa 7 milioni di litri. La Guardia di Finanza ha eseguito 15 misure cautelari.

Roma – Avevano messo in piedi un vero e proprio sistema illecito di traffico di combustibili per veicoli a motore, con guadagni per milioni di euro. Ora la Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Roma, in coordinamento con la Procura della Repubblica di Velletri, ha eseguito 15 misure cautelari.

Nell’ambito dell’indagine, in cui vi sono accuse per contrabbando di carburante e corruzione, sono stati sequestrati beni immobili, mobili e disponibilità finanziare per un valore di circa 4 milioni di euro. Tra i sequestri anche auto, terreni, una villa con piscina e quattro distributori di carburanti.

Grazie alle operazioni della Guardia di Finanza, è stato possibile ricostruire il sistema di operazioni illecite messo a punto da alcuni imprenditori operanti nel settore dei carburanti. Gli impianti sotto indagine e poi messi sotto sequestro sono alcuni presenti ad Albano Laziale, Aprilia, Anzio e Lanuvio. Secondo gli investigatori, questi impianti sarebbero stati riforniti con carburanti di provenienza illecita, già a partire dal 2021.

Coinvolti anche 5 sottufficiali dell’Aeronautica Militare

Controlli carburante da parte della Polizia (Immagine d’archivio Ansa) – Roma.Cronacalive.it

Il sistema sgominato dagli uomini della Finanza è stato ben congegnato e per nulla improvvisato, come rivelano le indagini degli investigatori. In una prima fase della frode, alcune autobotti si recavano ogni due settimane in Germania per prelevare grandi quantità di combustibile, dichiarato come “olio lubrificante“. In questo modo era possibile evadere l’Iva e le accise sui carburanti.

Arrivato quindi in Italia senza alcun tipo di problema di controlli, il carburante veniva poi travasato all’interno di un’autocisterna e distribuito presso le stazioni di rifornimento di Aprila, Anzio e Albano Laziale ad un prezzo più basso e concorrenziale. Tuttavia, con la crisi energetica, il sistema è diventato troppo costoso. A quel punto sono entrati in gioco alcuni accordi corruttivi con 5 sottufficiali dell’Aeronautica Militare, operanti nel Reparto Carburanti.

I militari hanno reso possibile il rifornimento presso la base di Pratica di Mare, vendendo in maniera clandestina il “Jet Propellant 8“, un carburante utilizzato solo per i velivoli militari. Una frode resa possibile dall’alterazione del meccanismo di pesatura delle cisterne, facilmente aggirabile dai militari con un “crick” messo sotto la pesa. Le indagini evidenziano come i militari avrebbero ricevuto compensi in contanti dagli autotrasportatori, quantificati in circa 1 euro per ogni litro di carburante.