“Cristina va salvata”. Così Monica Lucarelli, assessore alla Sicurezza, Attività Produttive e Pari Opportunità della giunta Gualtieri.
Affida ad una nota il suo grido di allarme l’assessore capitolino Monica Lucarelli, con delega alla Sicurezza, Attività Produttive e Pari Opportunità.
La donna cui fa riferimento Lucarelli fu vittima, nel 2021, di un tentato stupro ed il suo aggressore, tornato in libertà, continua a minacciarla insistentemente.
“Cristina va salvata, non si può morire per un gap di comunicazione. Quello che è successo è gravissimo. – scrive Lucarelli – Un uomo, già condannato per stalking, ha continuato a minacciare di morte la stessa donna che lo aveva denunciato, dal centro di accoglienza dove era stato trasferito dopo aver scontato 18 mesi di carcere”.
Secondo quanto si apprende dall’assessore di Roma Capitale, una volta tornato in libertà, dopo aver scontato la pena inflittagli, l’uomo avrebbe lasciato il Centro di Prima Accoglienza, dove era stato assegnato in attesa di rimpatrio, nonostante le continue minacce all’indirizzo della sua vittima che lo aveva ripetutamente denunciato.
“Mi chiedo – continua Monica Lucarelli – perché sia libero, perché nessuno si sia attivato per l’espulsione immediata dopo il carcere”. E conclude: “Un uomo così non doveva essere rimesso in libertà perché pericoloso per la società“.
L’assessore si è già messo in moto per tentare di prevenire qualunque altro rischio per l’incolumità di Cristina ed ha fatto in modo che il suo ufficio entrasse immediatamente in contatto con l’avvocato della donna, per tentare di proteggerla. “Possiamo inserirla nei centri antiviolenza, che si sono già messi a disposizione – si legge ancora nella lunga nota – ma è assurdo che sia lei a doversi nascondere, a smettere di fare la sua vita, di andare al lavoro, di vivere libera e sicura“.
La conclusione dello sfogo indignato di Monica Lucarelli è un appello al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi e alla Questura capitolina: “Sono certa che si stiano già attivando per proteggere la ragazza e permetterle di vivere. Ma non basta, ci sono cose che non devono accadere. Nel 2023 – conclude – non è ammissibile ci sia un gap di comunicazione, soprattutto se questo gap può costare la vita”.