Vogliono fare sparire per sempre il Vecchio Franklyn, sigilli al locale per sfratto: “Non vogliono i soldi ma il locale”

Una foto dell’interno del locale – Roma.Cronacalive.it

Sigilli apposti all’ingresso dello storico locale notturno romano. Il Vecchio Franklyn 2.0 chiude i battenti, almeno per ora.

Sigilli per il “Vecchio Franklyn 2.0“. Lo storico pub notturno situato in Piazza delle Crociate chiude i battenti per sfratto. Il locale, divenuto negli anni un vero e proprio punto di ritrovo e divertimento per i frequentatori della vita notturna romana, e non solo, ha comunicato la chiusura sul suo profilo Facebook ufficiale. Prima con un post datato 24 giugno, in cui si annuncia la chiusura “fino a nuove disposizioni”, poi un altro, sabato 8 luglio, dove si comunica “la fine di una lunga avventura”.

La chiusura del pub è dovuta allo sfratto richiesto dalla proprietà che affittava gli spazi e che, a quanto pare, aveva un credito importante nei confronti dei proprietari del Vecchio Franklyn. Lo stesso titolare del pub, Marco Pannuti, ha affermato che vi era un debito di 78mila euro nei confronti della proprietà, ma che era stato comunque deciso di saldare, tramite accordo verbale, mediante alcuni pagamenti rateali. Dunque i pagamenti stavano procedendo, ma è arrivato comunque uno sfratto inaspettato e giudicato “ingiusto”.

“Abbiamo sempre pagato, ma con l’arrivo del Covid non ce la facevamo più”

Le sfortune del locale sono iniziate con l’arrivo della pandemia. Raggiunto telefonicamente, Massimiliano Mattia,  proprietario del locale insieme al suo socio, ci ha spiegato quello che è successo: “Nonostante le chiusure per il Covid ho onorato gli affitti di marzo-aprile e maggio (2020 ndr). Poi ad ottobre c’è stata una nuova chiusura e ho pagato fino al mese di dicembre. Poi non ce l’ho fatta più. Con le riaperture abbiamo ricominciato a pagare, lasciando però in sospeso quelli relativi ai mesi del Covid”.

Avete sentito la proprietà?

A marzo ci siamo incontrati con la proprietà e ci siamo accordati verbalmente su come saldare il debito. Avremmo pagato sia gli affitti arretrati che quelli nuovi. Ci siamo dati la mano e abbiamo iniziato a saldare il debito: da marzo a giugno gli abbiamo dato più di 31mila euro, oltre al nuovo affitto“.

Poi cosa è successo?

Poi a giugno mi è arrivata una lettera dell’avvocato in cui si diceva che dovevamo saldare tutto e subito. Noi siamo un locale notturno, durante i mesi del Covid i locali dovevano chiudere entro le 20, ma per noi era come restare chiusi. Non siamo riusciti a pagare, quindi è arrivato la sfratto“.

“Ci hanno rotto un vetro del locale”

Non è stato uno sfratto facile da digerire per i due proprietari del pub: “È stato davvero spiacevole – continua Massimiliano Mattia – La sera del 20 giugno ho lavorato fino alle 2 e mezza. L’indomani mattina alle 9, a nostra insaputa, si sono presentati le forze dell’ordine, l’avvocato e l’ufficiale giudiziario. Ci hanno rotto il vetro del locale, sono entrati dentro, hanno preso i soldi del cassetto (poi restituiti) e ci hanno chiuso il locale“.

Dunque l’accumulo del debito è dovuto soprattutto al Covid?

Assolutamente. Noi avevamo pagato anche i primi tre mesi di chiusura, ma eravamo arrivati ad un punto in cui non riuscivamo più a pagare nulla. Infatti in quei mesi io e il mio socio non abbiamo nemmeno portato a casa lo stipendio, perché dovevamo pagare anche i dipendenti, oltre alle bollette.”

Non vi è venuto incontro nessuno?

Sky. Avevamo un contratto con loro per far guardare il calcio nel nostro locale. Hanno sospeso direttamente il canone di pagamento senza farci pagare nulla: ci hanno mandato una lettera dicendo che, data la situazione di chiusura del locale, avrebbero sospeso il canone e il servizio, senza farci pagare nulla, né l’allaccio e nemmeno la disdetta. Le bollette invece abbiamo continuato a pagarle“.

Avete ricevuto solidarietà da qualcuno? Il post pubblicato su Facebook è stato commentato da molti

Si! abbiamo avuto migliaia di visualizzazioni, i clienti hanno commentato e condiviso il post. Sono tutti a nostro favore, ma penso che questo conti poco“.

Si sono fatti sentire anche esponenti politici o associazioni di categoria?

No“.

“Non è questione di soldi. Vogliono il locale”

Ritornando sulle intenzioni dello sfratto, il proprietario non è convinto del fatto che il problema siano semplicemente i soldi “Credo vogliano semplicemente il locale, non è una questione di soldi. È un peccato perché, quando abbiamo preso il locale era un rottame e in questi anni lo abbiamo rimesso a nuovo investendo più di 100mila euro. Abbiamo rifatto l’impianto elettrico e idraulico, i pavimenti, le porte, tutto. Ci hanno fatto un bel danno, anche per i nostri dipendenti che ora sono senza lavoro. Due di loro hanno famiglia con figli. Anche per noi non è facile, io ho 52 anni, non sono un ragazzino“.

È vero che si è fatto avanti uno dei maggiori fornitori del locale per poter risanare i debiti?

Sì, ma si attende ancora una risposta. Tuttavia non penso che andrà a buon fine, se vogliono il locale se lo prenderanno“.

In attesa di una risposta della controparte, ci auguriamo nella migliore soluzione possibile, per il bene di tutti.