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Un turista romano sta facendo lo sciopero della fame a Lampione in segno di protesta

Vacanzieri e bagnanti sulla spiaggia a Lampedusa (Immagine di repertorio)
Vacanzieri e bagnanti sulla spiaggia a Lampedusa (Immagine di repertorio) – Roma.Cronacalive.it

L’uomo ha iniziato lo sciopero della fame perché “lo Stato italiano, materialmente, si è dimenticato di Lampedusa”.

Ha iniziato lo sciopero della fame come segno di protesta, “confinandosi” sull’isolotto di Lampione, nelle Pelagie.

L’autore del gesto è un turista romano, Ciccio Gramasi, che ha iniziato questa protesta perché, a suo dire, “lo Stato italiano, materialmente, si è dimenticato di una figlia, abbandonandola. Questa figlia si chiama Lampedusa, un’isola favolosa che – spiega attraverso un video postato sui social – subisce da tantissimi anni enormi disagi, iniziando dal dover fare studiare i propri figli a Palermo, Milano, Roma, con costi enormi; dal dover far partorire a Palermo con costi che vanno da 15 a 20 mila euro, a dover pagare 3 euro al litro il carburante, a pagare tutti i beni di prima necessità il triplo rispetto all’Italia per gli enormi costi di trasporto”.

Esperto di marketing e comunicazione, Gramasi è un cittadino romano che da 30 anni visita Lampedusa da turista.

Nel video social che ha pubblicato ha annunciato che rimarrà a Lampione fino a quando non verranno trovate delle soluzioni: “Esiste un grosso problema di comunicazione riguardo agli immigrati che in effetti esistono, continuano e continueranno a venire. Però si commette un grande errore: tutte le emittenti televisive – dice Gramasi -, quando parlano di 2mila o 3mila sbarchi, creano un grosso problema a Lampedusa perché la gente si preoccupa di trovare migranti lungo le strade del centro o nei lidi. Io vi dico che materialmente non vedrete mai un immigrato per strada. Lo potete trovare a Milano, Roma, Bologna, a Palermo dove vivono persone che vengono a fare turismo qui e si preoccupano di questa invasione irreale”.

L’appello a Giorgia Meloni

Infine, il turista romano ha lanciato un appello al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: “La invito a fare un tavolo di trattativa per creare, come dice lei, una barriera navale: si metta una nave a 5 chilometri da Lampedusa, anche vicino a quest’isola di Lampione dove sono io. Il centro operativo deve diventare una nave dove si andranno a smistare i vari documenti dei migranti. Nave che serve per riconoscere i delinquenti, farli sbarcare e riaccompagnarli nel proprio Paese. Dobbiamo obbligare tutte le emittenti televisive – ha concluso – a comunicare in ogni servizio che non c’è un profugo, non c’è un immigrato lungo le strade di Lampedusa o di Pozzallo. Qua c’è soltanto turismo, solo che quest’anno c’è un calo di 150mila turisti perché si preoccupano di questi sbarchi”.