La Cassazione condanna Roberto Spada: 10 anni per associazione mafiosa. Annullata la condanna all’ergastolo per il duplice omicidio del 22 novembre 2011.
10 anni di carcere, quello riservato a chi è condannato in odor di mafia, per Roberto Spada. Già, perché la Suprema Corte ha riconosciuto pienamente il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, equiparando il clan Spada, padrone indiscusso di Ostia e d’intorni, ad una famiglia mafiosa per metodi, organizzazione e finalità.
E siccome Roberto Spada non si fa mancare nulla, ha pensato, in attesa della sentenza, di violare gli obblighi di dimora a Roma, cui era sottoposto per aver spaccato il naso, con una testata, al giornalista Daniele Piervincenzi. Invece di attendere la sentenza nel salotto di casa, Spada si è concesso una passeggiata con la sua compagna. Cosa abbia indotto Roberto Spada a violare le misure cautelari impostegli è, ora, al vaglio degli investigatori. Forse il boss doveva incontrare qualcuno proprio dove lo hanno fermato, a Civitavecchia, al volante della sua auto, i carabinieri della cittadina e del Gruppo di Ostia. Spada è finito, così, in carcere, dove oggi è stato raggiunto anche dalla sentenza che lo condanna a scontare una pena detentiva di 10 anni, a conferma della sentenza nell’Appello Bis per associazione mafiosa a carico del clan di Ostia.
Ma la Corte di Cassazione ha anche, nei fatti, confermato l’assoluzione del boss dall’accusa di aver assassinato, nel novembre del 2017, due esponenti di un clan rivale, Giovanni Galleoni e Francesco Antonini. Sempre in relazione al medesimo duplice omicidio di Baficchio e Sorcanera – al secolo, rispettivamente Galleoni e Antonini – la Suprema Corte ha disposto l’annullamento della condanna all’ergastolo inflitto ad Ottavio Spada, rinviando in Appello e disponendo, così, un terzo processo di secondo grado a carico del capoclan.