L’AS Roma ha espresso il suo cordoglio per la morte del campione laziale Vincenzo D’Amico che Tiero (Fdl) ha definito un esempio di coraggio.
L’AS Roma, storica rivale degli aquilotti biancocelesti, ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa del campione della Lazio Vincenzo D’amico che si è spento ieri, all’età di 68 anni, al Policlinico Gemelli di Roma.
Nello stringersi al dolore dei familiari, la società giallorossa l’ha definito “uno dei simboli di un’epoca di rivalità”.
D’amico aveva iniziato la sua carriera a Latina poi il salto nelle giovanili dell’Almas Roma, infine, l’approdo alla Lazio dove sarebbe rimasto per 15 anni, dal 1971 al 1986, esclusa una breve parentesi nel Torino contro la sua volontà.
Proprio la grande Lazio di Tommaso Maestrelli e Giorgio Chinaglia, nel 1974 a soli 20 anni, gli permise di vincere lo scudetto decretandolo il miglior giovane del campionato. Una prima stagione con 27 presenze nella quale realizzò due reti di cui una nel derby di ritorno con la Roma.
Un amore, quello per la Lazio, che il centrocampista e attaccante avrebbe conservato negli anni: tra il 1986-1988 giocò le ultime due stagioni alla Ternana poi i ruoli di opinionista sportivo e dirigente.
Come sintetizzato dal tweet della Roma, Vincenzo D’amico fu una leggenda universalmente riconosciuta che, parafrasando l’inno della sua squadra del cuore, “più in alto sempre volerà”.
“Con la scomparsa di Vincenzo D’amico, Latina perde non solo un suo storico rappresentante del mondo dello sport, ma un vero e proprio simbolo per la città nel mondo. La sua morte mi addolora doppiamente da tifoso laziale e da cittadino di Latina”, ha dichiarato Enrico Tiero, vice portavoce regionale di Fdl e presidente della commissione Sviluppo economico e Attività produttive della Regione Lazio.
A maggio, D’amico aveva comunicato su Facebook di avere un tumore eppure manifestava la stessa tenacia mostrata sul campo da gioco: “Mi dicono che i malati oncologici tirano fuori forze inaspettate! Io ci sto provando”. La notizia della sua morte, dovuta a un repentino aggravamento delle sue condizioni, ha lasciato afflitto il mondo sportivo e politico.
“Nutrivo la speranza che potesse guarire ed essere ancora con noi – ha detto Tiero – purtroppo ha perso la sua ultima battaglia, ma non potremo mai dimenticarlo. D’Amico è stato un esempio di passione, forza e coraggio, ed ha affrontato con grande dignità questa dura prova che la vita gli ha riservato”.
Enrico Tiero, parlando del legame di Vincenzo D’amico con la città originaria Latina, ha spiegato in una nota: “Aveva vissuto in Via Monti, aveva tirato i primi calci al pallone all’Oratorio San Marco, poi il salto fino alla serie A. Nella stagione ’73-’74 vinse lo storico scudetto con la Lazio. D’Amico è stato bandiera della Lazio da calciatore, con 338 presenze complessive e il titolo di Campione d’Italia conquistato nel 1974. Chiuse la carriera in campo nel 1988, dopo aver disputato due stagioni con la Ternana nell’allora Serie C2. E’ sempre stato legato a Latina, tanto da guidare la ripartenza del club nerazzurro nel 2007, come presidente della neonata Virtus Latina (carica ricoperta fino al 2009)”.
Ecco perché, secondo il vice portavoce regionale di Fdl, è giusto che il Comune di Latina si aggiunga al Comune di Roma nelle iniziative per onorare la memoria del grande campione.