Primavalle e Casal Palocco: il Dj “anti-droga” Anicieto lancia il suo “j’accuse” contro canne facili e musica trap
Il Dj anti-droga Roberto Anicieto sui fatti di Primavalle e Casal Palocco: “Il mondo digitale si è impossessato della mente dei ragazzi, alterandone la personalità”
Roberto Anicieto, Robbie per i suoi followers, in arte Dj Anicieto, da molti anni ha sviluppato una chiara e precisa opinione sulle droghe, più o meno leggere e sui mali che affliggono la generazione dei giovanissimi. Li conosce, li frequenta, in molti accorrono ai suoi eventi. Ed è un prezioso testimonial in moltissime iniziative a contrasto delle derive sociali cui è esposta la gen Z. “A Roma, un ragazzo di 17 anni ha accoltellato Michelle per ben 6 volte– ha puntualizzato il Dj anti-droga – abbandonandone il corpo in un carrello della spesa quasi fosse un rifiuto“. E ancora: “A Napoli un giovanissimo ha ucciso con 8 fendenti un 18enne per una ragazza contesa. Pochi giorni fa, sempre a Napoli, due 16enni hanno ammazzato di botte Fiedrick, un clochard di 43 anni. Non dimenticando la tragedia di Casal Palocco. Episodi del genere non finiranno qui”.
Il “j’accuse” del Dj anti-droga è tutto diretto ai modelli di comportamento espressi e celebrati dalla musica trap e dal troppo facile accesso a droghe più o meno leggere. “Ascoltano la musica trap – prosegue – e diventano piccoli criminali, provano la purple drunk e ci restano secchi, si fanno le canne e perdono il contatto con la realtà“.
Un ambiente che ben conosce, Roberto Anicieto: in passato è stato un componente della Consulta per le politiche antidroga di Palazzo Chigi, testimonial di numerose campagne di sensibilizzazione sugli effetti di alcool e stupefacenti e, soprattutto, conosce molto bene i ragazzi di questa nuovissima generazione.
Dj Anicieto: “Tanta solidarietà ai famigliari delle vittime. Se fossi genitore sarei veramente preoccupato”
“Quel che mi sconvolge è la sproporzione del danno. Ragazzini nemmeno 18enni – sottolinea Dj Anicieto – armati di coltelli e pistole che escono per fare risse. In strada si vedono adolescenti travestite da trentenni che bevono e si drogano come le sanguisughe e il giorno dopo non ricordano più niente”.
E nel tentativo di dare un senso ad una deriva sociale, incomprensibile ai più, Anicieto punta il dito contro il fenomeno più sconvolgente degli ultimi anni. “I giovani ‘post-Covid‘– puntualizza – sono confusi ed il mondo digitale si è impossessato della mente di troppi giovanissimi, alterandone la personalità“. Una generazione di giovani smarriti, quindi, “incollati a smartphone e computer” alla disperata “ricerca di un’identità. Si sono cibati degli insegnamenti disdicevoli della musica trap, nutrendosi di tutta la violenza che vomitano quotidianamente i social network”.