Soprannominato “zio Franco”, era a capo del clan Gambacurta, smantellato grazie alle indagini di carabinieri e Dda tra il 2018 e il 2021.
I supremi giudici della Quarta sezione dalla Cassazione hanno rigettato il ricorso di Gambacurta.
Diventa così definitiva la condanna a 30 anni comminata lo scorso luglio dalla Corte d’Appello di Roma nei confronti Franco Gambacurta, l’uomo al vertice dell’organizzazione criminale Gambacurta.
Una conferma già data nel 2022 anche dalla Corte d’Appello, che aveva accolto la richiesta del sostituto procuratore generale Francesco Mollace, con il pm Francesco Cascini, confermando quindi l’impianto accusatorio e la pena di 30 anni inflitta a “zio Franco”.
Inoltre, la Cassazione ha confermato anche l’assoluzione di Salvatore Nicitra, ex esponente della banda della Magliana, dichiarando estinti per prescrizione i reati nei confronti di Massimiliano Gambacurta. Quest’ultimo, infine, ha visto ridurre la sua condanna in Appello grazie all’assoluzione per l’accusa di importazione di droga: dalla condanna a 18 anni in primo grado, la pena è stata ridotta a cinque anni e due mesi.
Il clan Gambacurta, che operava principalmente nei quartieri di Montespaccato e Primavalle, nella zona nord di Roma, venne smantellato grazie alle indagini condotte dai Carabinieri del Nucleo investigativo e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, col procuratore aggiunto Michele Prestipino, che portarono all’arresto di oltre 70 persone.
Agli imputati, a vario titolo e a seconda delle posizioni, venivano contestate le accuse di associazione per delinquere con l’aggravante del metodo mafioso in relazione agli episodi di estorsione, l’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, l’usura, il riciclaggio e l’intestazione fittizia di beni.